Quella che Giuseppe Perricone racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera è una storia che ha – a dir poco – dell’incredibile; iniziata nei bagni di una scuola elementare di Bruxelles, passata per una sistematica violenza da parte di suo padre, per arrivare fino ad una lunga possessione da parte di Satana durata per ben 5 anni e alla redazione grazie al provvidenziale intervento di Dio ad un passo dal fondo del baratro.



Oggi – dopo essersi lasciato alle spalle l’Oscuro signore – ha deciso di dedicare la sua vita proprio all’Onnipotente, aprendo in suo nome quello che lui stesso definisce un “pub cristiano per chi non va in chiesa“, chiamato “70 volte 7, per ricordare la risposta che il Maestro diede a Pietro”. Partendo dal principio Giuseppe Perricone ricorda che “a Bruxelles fui violentato nei bagni della scuola, a 8 anni, da una ragazzina di origini marocchine che ne aveva 7 più di me”: lo chiuse “in bagno con un amico e osò un rapporto orale”, passando poi “ogni giorno” successivo a “minacciarmi affinché non lo raccontassi in giro”.



Un evento che “ha segnato la mia vita”, quasi quanto il ricorda che “intorno ai 4 anni papà aveva cominciato a picchiarmi. Schiaffi, pugni in faccia, calci nella pancia – ricorda con dolore Giuseppe Perricone -, mi ruppe il setto nasale, mi scaraventò giù dalle scale” tanto che “conoscevo solo il sapore del sangue” e in breve – raccontando a tutti che “ero caduto” – divenne “il pallone da calcio dei bulli“. Fu in quel periodo che iniziò a dialogare con Dio implorandolo di “portarmi con [lui], o di [far] morire mio padre”.



La possessione di Giuseppe Perricone: “Satana mi diede soldi, sesso e successo”

Ma sempre il quel periodo iniziò ad avere anche i primi pensieri violenti, tanto che Giuseppe Perricone racconta di essere stato in almeno “due occasioni” sul punto di “pugnalare (..) mio padre“; il tutto fino al 2001 quando frequentando “cartomanti (..) ero entrato a far parte del mondo della notte” finendo in una spirale di cocaina – “sniffavo da 2 a 4 grammi al giorno” -, sesso – “mi misi con la donna del braccio destro di un boss mafioso, che mandò otto killer per uccidermi” – ed alcool, che lo portò “in coma etilico” dopo 12 ore dal trasferimento “a Bolton, nel Regno Unito”.

“Ma una mattina – continua Giuseppe Perricone – invocai il diavolo: prendi la mia anima e in cambio dammi per 10 anni soldi, successo e piacere”, ottenendo come risposta dallo stesso Satana “tu porterai distruzione nelle famiglie, ti darò gli spiriti di seduzione per farlo”. In quegli anni “aprii due ristoranti di successo. Appena misi piede nel casinò di Manchester vinsi 700 sterline. E poi le donne, tante, un’infinità. Era il Maligno a fare tutto [e] se qualcuno di parlava di Dio, davo di matto“.

Giuseppe Perricone: “Dio mi ha salvato mentre stavo per comprare del crack ad Amsterdam”

Giuseppe Perricone trascorse così 5 anni della sua vita, fino a quando in un viaggio ad Amsterdam con alcuni amici “sotto un ponte, stavo per acquistare del crack [e] sentii la voce di Dio: ‘Peppe, che stai facendo? Io so che non ti ami. Io so che distruggi coloro che si amano. Io so che non credi nell’amore. Ma io ti amo così come sei'” ed uno strano “calore m’invase. Ero libero da Satana [e] dall’oggi al domani [ho] smesso con droghe, alcol, sesso e gioco d’azzardo senza disintossicarmi”.

Ad oggi, tornato sulla retta via, sostiene di collaborare “con la Chiesa Sabaoth a Milano. Sono volontario di Humanitarian projects”, è sposato felicemente con “Tiziana Salamone, una donna meravigliosa” ed è riuscito addirittura a perdonare suo padre: “Un anno dopo essermi liberato – conclude Giuseppe Perricone – abbiamo ricevuto insieme il battesimo per immersione nella stessa vasca. Oggi amo mio padre. Lui ha perdonato me, io ho perdonato lui“.