Giuseppe Pio sta meglio. Il ragazzo mandato in coma da un pugno sferrato contro di lui da un 13enne in autunno a Lanciano, si è risvegliato dopo un mese e ha parlato a “Storie Italiane”, la trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. I fatti: il 17 ottobre 2020 il giovane era con il coinquilino 26enne e la sua fidanzata. Si erano recati alla stazione ferroviaria, poi a un certo punto Giuseppe ha tirato fuori una cassa Bluetooth per diffondere un brano musicale che gli piaceva particolarmente. Lì un gruppetto di ragazze è stato affrontato da cinque ragazzi, fra cui figurano tre minorenni. Giuseppe ha provato a sedare la rissa, ma è stato colpito alle spalle alla testa, forse con un tirapugni, da un 13enne.



Dopo i soccorsi ospedalieri, lo sfortunato protagonista di questa storia è finito in coma, da cui fortunatamente è uscito. Ora Giuseppe è in una struttura riabilitativa di Porto Potenza Picena, dove ha dovuto reimparare a mangiare, parlare, camminare. L’aggressione, infatti, gli ha causato tanti problemi cognitivi e comportamentali e dovrà poi essere nuovamente ricoverato in una clinica a Lanciano.



GIUSEPPE PIO, USCITO DAL COMA DOPO UN PUGNO: “STO MOLTO MEGLIO”

Il programma condotto da Eleonora Daniele, “Storie Italiane”, a realizzato un’intervista video con Giuseppe Pio, che ha accettato di raccontare di fronte alle telecamere cosa sia accaduto in quella serata di metà ottobre. “Sto molto meglio rispetto a come era iniziato tutto – ha esordito -. Quella sera io ero uscito per divertirmi, ero con un mio amico e la sua fidanzata. Eravamo alla vecchia stazione di Lanciano e ascoltavamo un po’ di musica. Un ragazzo mi ha detto ‘abbassa la cresta’ e io, essendo pelato, gli ho detto che non la abbassavo, perché ero rasato. La botta l’ho presa da dietro, dunque non ho visto chi me l’abbia sferrata”. Dopo cosa è successo? “Sono svenuto, poi dopo un po’ mi sono ripreso. Mi hanno aiutato a rialzarmi, ho fatto tutto il corso di Lanciano a piedi e sono arrivato a casa. Mi sono messo a letto e volevo dormire, ma non ci riuscivo. Mi usciva il sangue dalla testa, avevo il cranio spaccato”. E ancora: Quello che ho passato non lo augurerei neanche al mio peggior nemico. Mi sono fermato dal lavoro, sono lontano dalla mia famiglia. Hanno cercato di buttarmi giù, ma mi sono rialzato velocemente. Appena esco di qua voglio riabbracciare i miei genitori e trovarmi una ragazza con cui mettere su famiglia”.

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