Giuseppe Pio, il giovane risvegliatosi dal coma dopo essere stato aggredito con un pugno a Lanciano e avere affrontato un lungo ed estenuante percorso di riabilitazione, per giunta in solitaria (a causa del Coronavirus), è intervenuto in studio a “Storie Italiane” nel corso della puntata odierna della trasmissione condotta da Eleonora Daniele. Con lui, durante la diretta di Rai Uno, c’era la madre Paola, che ha raccontato: “Si va avanti sempre con dolore, ma Giuseppe ce l’ha fatta. Fu mio marito quel giorno a dirmi che dovevamo recarci dai carabinieri. Loro mi dissero che mio figlio era gravissimo e non riuscivamo a capacitarci di cosa potesse essere successo”.
“Quando mi sono svegliato dal coma ero solo, in una stanza buia – ha affermato il ragazzo –. È stato bellissimo quando poi, dall’ospedale di Pescara mi hanno trasferito nelle Marche e ci siamo fermati per salutare mia madre. È stato come se avessi visto un angelo in quel momento. Lei mi ha dato la forza per ricominciare”.
GIUSEPPE PIO: “HO PERSO IL LAVORO DOPO L’AGGRESSIONE SUBITA”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, Giuseppe Pio ha raccontato di essere stato sospeso dal lavoro dopo questo incidente, in quanto “mi hanno dichiarato non idoneo alla mia mansione di cassiere, scaffalista. Non prendo nemmeno la disoccupazione perché sono stato sospeso, percepisco solo la mia pensioncina di invalidità, che uso per dare una mano in casa”.
Il medico del lavoro della ditta per la quale il giovane lavorava, “ha letto solo le carte di quando ero in ospedale a Pescara. In quel momento, lei mi ha sentito ridere in quei momenti con mia madre, quel giorno scherzavamo molto. Così, mi ha dichiarato non idoneo, perché non riuscivo a stare serio davanti alle persone secondo questa persona. Sono al 100% inabile al lavoro e dovrei rifare una visita a breve”.