Giuseppe Povia continua a lavorare al suo nuovo disco, che chiamerà “Imperfetto”. Sui social tiene aggiornati i fan giorno per giorno, ad esempio oggi ha annunciato che da ottobre a marzo ci sarà la promozione del disco, «a rimborso promozionale come col disco precedente». Intanto è possibile prenotarlo mandando una mail all’indirizzo che ha indicato nel post pubblicato su Instagram. Nell’occasione ha detto la sua su un report di Bankitalia che potrebbe ispirare una sua canzone. «Ci dice che è stato colpito il reddito di metà popolazione a causa del covid. In futuro ho in mente di scrivere una canzone tragicomica dal titolo: “ci vuole un deficit”. In fondo solo con un deficit, tenendo sotto controllo l’inflazione si può far fronte ad un’emergenza come questa». Nel frattempo ha anche riproposto il video che ha realizzato per lanciare nel 2019 la canzone “Cameriere”, che farà parte del nuovo album. In quel caso era tornato a vestire i panni del cameriere per raccontare questo mestiere.
GIUSEPPE POVIA E IL PASSATO DA CAMERIERE
«Il cameriere l’ho fatto per venti anni e mi piace il fatto di servire la gente, ma non come servo perché poi mi pagano, ma nel senso che spero di servire a qualcuno e di essere utile. Fare il cameriere mi ha aiutato a essere empatico con la gente», aveva dichiarato Giuseppe Povia in un’intervista a Radionorba. Su questa attività ha fatto un’altra riflessione proprio riproponendo il video della canzone “Cameriere”. «Il nostro capo ci diceva che le mancia non dovevano dividerla e che ognuno doveva guadagnarsi la sua e che in questo modo avremmo imparato meglio e prima, il mestiere del cameriere». Il cantante ha quindi spiegato perché aveva ragione: «Con questa filosofia, ognuno di noi lavorava i tavoli con più impegno, concentrazione, gentilezza e cura, anche perché sapevamo che l’eventuale mancia non era da dividere con gli altri». Secondo il suo capo, nessuno si sarebbe rilassato e avrebbe reso meno. «Tra camerieri la mancia non si divide perché la mancia è la gratificazione finale personale di questo immenso e vasto lavoro».