Non è la guerra in Ucraina ad aver scombussolato gli equilibri geopolitici, già da tempo precari. Lo spiega il professore Giuseppe Rao, che insegna Geotecnologia e ordine mondiale all’Università di Sassari ed è consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri. «Kissinger, il più raffinato stratega del secolo scorso, ha insegnato la dottrina del realismo politico, secondo la quale l’ordine mondiale è il frutto di regole comunemente accettate e di un equilibrio tra le potenze. L’equilibrio mondiale è venuto a mancare nel 1991 con la caduta dell’impero sovietico, da quel momento abbiamo avuto un’avanzata dell’Occidente e della Nato verso Est, che è stato percepito come un tentativo di isolamento della Russia», ha spiegato in collegamento con Stasera Italia.



«Questo ha rimesso in discussione questo ordine mondiale – ha proseguito il consigliere del premier Mario Draghi –. Io vorrei citare un grande diplomatico, George Frost Kennan, che nel 1997, quando ci fu l’annessione di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca alla Nato disse “Mi si spacca il cuore, perché così facendo stiamo ricostruendo una nuova Guerra Fredda che sarà molto calda. Così facendo impediamo l’evoluzione della Russia verso principi democratici”».



RAO “ORA UN NUOVO ORDINE MONDIALE”

Il vero obiettivo da perseguire negli ultimi trent’anni era l’abbraccio tra Europa e Russia. «Colpevolmente, mi duole dirlo, l’Europa non lo ha voluto perseguire», ha spiegato Giuseppe Rao a Stasera Italia. «Adesso siamo di fronte ad un nuovo ordine mondiale. Solo il 19% dei Paesi Onu ha accettato di applicare le sanzioni dell’Occidente, quindi 7 miliardi di persone non aderiscono a questo nuovo tentativo di ordine mondiale. L’India è il maggiore rivale della Cina, è sempre stato filo-occidentale, ma non ha voluto aderire a queste sanzioni, anche per ragioni di interesse nazionale», ha proseguito l’esperto. Le rivoluzioni industriali hanno un ruolo negli equilibri geopolitici: «La rotta di questa guerra inizia a Mosca ma ha come terminale Pechino. Le migliori think thank americane hanno messo in guardia il mondo: la Cina ha sopravanzato gli Stati Uniti nelle nuove tecnologie della quarta rivoluzione mondiale». Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, il professor Giuseppe Rao ha parlato della “sudditanza” nei confronti degli Usa: «Abbiamo un’antica tradizione di amicizia anche con la Russia, non dobbiamo dimenticarlo».



“PAESI IN VIA DI SVILUPPO NON DIMENTICANO…”

C’è poi una spiegazione riguardo il fatto che solo il 19% dei Paesi Onu abbia accettato di applicare le sanzioni dell’Occidente: «La guerra per le tecnologie richiede metalli e minerali preziosi, per questo sono cominciate le colonizzazioni. I Paesi che non aderiscono alla visione di stampo occidentale hanno una memoria lunga, ricordano le guerre subite e chiedono un mondo multilaterale, quindi noi dobbiamo dare una mano in questa direzione». Il professor Giuseppe Rao a Stasera Italia ha espresso critiche nei confronti dell’amministrazione Biden. «Io davo grande affidamento alla nuova amministrazione di Joe Biden, perché avevo fiducia in questa figura politica, qualcuno che conosce le regole dell’amministrazione». Le prime delusioni sono arrivate sul fronte vaccini: «Biden promise la liberalizzazione dei vaccini, promise addirittura di costruire delle fabbriche per i vaccini in India. Poi queste promesse sono andate vane. Il mondo in via di sviluppo ha la memoria lunga, io l’ho vissuto in Cina, ho capito quanti danni possiamo fare alla storia e alla memoria dei popolo». E questa è la sua principale preoccupazione: «Questo conflitto seminerà odi che dureranno decenni, investiranno le nuove generazioni. Dobbiamo investire sulla pace, sui sentimenti di amicizia e amore nelle nuove generazioni».