Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto farmacologico Mario Negri di Milano, e Luca Richeldi, primario di Pneumologia al policlinico “Gemelli” di Roma, sono intervenuti congiuntamente nel corso di “Dimartedì”, la trasmissione di La7 condotta da Giovanni Floris. Entrambi hanno parlato di Coronavirus, con Remuzzi che ha asserito, in riferimento ai vaccini: “Per proteggere gli altri, proteggi te stesso. Naturalmente, con la terza dose dobbiamo iniziare dalle persone con un sistema più immunocompromesso e più fragili. Si tratta comunque di una parte del protocollo di immunizzazione, che nella maggior parte dei vaccini prevede tre dosi. Vedremo man mano i risultati delle altre classi di età e potremo estendere anche a loro la necessità della terza dose”.



Gli ha fatto eco Richeldi, che ha asserito: “La mascherina non la dimenticheremo molto presto. Si tratta di una protezione fisica che, quando è portata da entrambe le persone, offre una protezione molto alta, quindi questo inverno ci farà ancora compagnia. Adesso giungono segnali anche sul fatto che i bambini possono avere gravi conseguenze da questo virus. La vaccinazione della popolazione pediatrica sarà fondamentale per il raggiungimento dell’immunità”.



GIUSEPPE REMUZZI E LUCA RICHELDI: “LA FEDE IN DIO…”

Nel prosieguo del suo intervento, Giuseppe Remuzzi ha evidenziato i punti di contatto tra la scienza e la Fede, dicendo che il Papa concilia la Fede in Dio con quella nella scienza: “Ci sono incroci formidabili… Ci sono 100mila ospedali retti da religiosi in Africa. Tutti quelli che studiavano nel Medioevo, lo facevano grazie alla Chiesa. La genetica è nata in un convento. Scienza e Fede hanno l’obiettivo di fare stare bene le persone”.

Dello stesso avviso Richeldi: “Con la benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco durante il primo lockdown, abbiamo capito quanto fosse importante essere tutti uniti. Da quel giorno, peraltro, il numero di morti giornalieri è diminuito. Da un punto di vista umano, quando ci si trova di fronte a tragedie tanto drammatiche, quel momento va interpretato come un’area in cui la Fede e la scienza si toccano”.