Il Coronavirus sta riprendendo forza nel mondo? Pare proprio di sì, con la risalita dei numeri registrata negli Stati Uniti d’America, in Brasile, in India (oltre 2mila morti in sole 24 ore) e in Cina. Il professor Giuseppe Remuzzi, farmacologo dell’istituto “Negri” di Milano, a “La Vita in Diretta” ha commentato così questo fenomeno: “Esistono cluster di persone anziane che vivono insieme nei luoghi in cui c’è povertà, come il Sud America o i mercati del pesce della Cina. Lì è facile che si creino focolai, ma se stiamo attenti possiamo maneggiare il virus”. Gli Stati Uniti, però, non sono un Paese povero, eppure il Covid-19 ha ripreso a circolare con vigore: “Bisogna tenere conto che sono partiti molto tardi. Trump ha preso la cosa alla leggera e nelle metropolitane di New York c’erano veri assembramenti persino nei momenti più critici. Il vero problema, tuttavia, sono gli ispanici e i neri che vivono tutti insieme in casa in condizioni terribili. Questa è la ragione alla base del contagio”.
GIUSEPPE REMUZZI: “ECCO COSA LA GENTE DEVE CAPIRE”
Nel commentare i numeri odierni relativi alla pandemia di Coronavirus in Italia (+329 nuovi casi, +43 deceduti, +929 guariti e -644 malati), il professor Giuseppe Remuzzi ha asserito: “Secondo me si arriverà molto presto a un numero vicino allo zero per quanto riguarda i nuovi casi. Bisogna che la gente capisca che i contagi inediti sono tamponi positivi. Questi ultimi possono voler dire tante cose: molto, appena, poco positivi. Questi ultimi non trasmettono il Covid-19 e a mio giudizio è questo che sta accadendo. Per quello che vedo io, l’Rna, il materiale genetico del virus, è davvero ridotto: il tampone contiene materiale virale che non riesce neppure a uccidere le nostre cellule. C’è evidenza in letteratura che sia così”. A sostegno della tesi espressa, Remuzzi ha sottolineato come i deceduti siano veramente pochi, per poi concedersi una battuta sul Desametasone: “Se, come pare, funziona, questa è una conferma che ci rende molto contenti”.