Nel corso della puntata di martedì 9 giugno 2020 di “Cartabianca”, trasmissione condotta da Bianca Berlinguer, è intervenuto in collegamento video il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto “Mario Negri”, per aggiornare gli italiani in merito alla pandemia di Coronavirus. La giornalista gli ha domandato se fosse d’accordo con l’affermazione del collega Alberto Zangrillo, che ha dichiarato che il Covid-19 è da considerarsi “clinicamente morto. Remuzzi ha replicato: “Da tempo dico che la malattia è completamente cambiata. Credo che quello che volesse dire Zangrillo è che non ci sono più malati gravi. Non sappiamo, però, se il virus sia mutato e se muti in senso favorevole. La malattia è attualmente molto meno grave di prima”. Un altro quesito riguarda la quantità di virus presente oggi sui tamponi positivi, che, a detta di Remuzzi, è inferiore rispetto a quella che si individuava cinque o sei settimane fa. “Ciò ci fa pensare che questa epidemia possa andare scemando ed è un’ipotesi che poggia su basi scientifiche solide”.



GIUSEPPE REMUZZI: “TRE EPIDEMIE DIVERSE IN ITALIA”

Secondo il professor Giuseppe Remuzzi, non è assolutamente scontato il fatto che il Coronavirus ritorni in autunno, ne è possibile preventivare cosa accadrà: ciò che conta veramente è far capire alle persone che le misure adottate hanno probabilmente contribuito a ridurre quella che i medici chiamano carica virale. “Questo dovrebbe indurle a capire che queste norme restrittive sono state talmente efficaci che risulta difficile abbandonarle”, ha asserito Remuzzi, aggiungendo che “se si indossa la mascherina, si mantengono le distanze e ci si lava con cura e di frequente le mani, si riesce a superare il problema”. Per poi concludere con due grandi rivelazioni. La prima: Gli asintomatici sono meno contagiosi dei sintomatici e potrebbero non esserlo proprio. Ci sono dati in letteratura che riferiscono la rarità del contagio da asintomatico”. La seconda: “In Italia potrebbero esserci tre epidemie diverse e questo lo pensa anche il collega Donato Greco. Si tratta di un’epidemia del Nord, una dell’Emilia e del Centro e una del Sud, con caratteristiche diverse”.

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