Dalla variante Xe al Long Covid, Giuseppe Remuzzi ha fatto il punto sull’emergenza epidemiologica ai microfoni del Corriere della Sera. Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri ha esordito spiegando che ci sono motivi per essere ottimisti, ma anche per essere preoccupati. L’esperto ha sottolineato che secondo il Gbd in Italia è stato registrato il picco di contagi, ricoveri e morti per Covid tra gennaio e febbraio, seguito da un calo e una piccola ripresa: «Una discesa più significativa dovrebbe cominciare a metà aprile per poi proseguire fino a luglio, anche grazie alla bella stagione».



Giuseppe Remuzzi ha però rimarcato che le previsioni del Global burden of disease sono state messe a punto prima dell’avvento di Omicron BA.2 e che il virus ci può riservare ulteriori sorprese. I dati fanno comunque ben sperare, con la stima di zero casi tra giugno e agosto. E non è tutto, tra gli elementi favorevoli: «Il primo è che la popolazione è quasi completamente infettata o vaccinata e quindi esiste un’immunità diffusa che ci consente di affrontare eventuali nuove mutazioni con una base protettiva che non avevamo nel 2020. Il secondo è che Omicron, nonostante l’elevatissima capacità di diffusione, tende a localizzarsi generalmente nella parte alta delle vie respiratorie, risparmiando bronchi e polmoni. Infine, questione cruciale, oggi abbiamo non solo i vaccini, ma anche antivirali e anticorpi monoclonali. Le industrie farmaceutiche stanno lavorando a farmaci che siano in grado di contrastare le possibili varianti di Sars-CoV-2». Senza dimenticare la prospettiva di un vaccino che copra tutti i coronavirus.



GIUSEPPE REMUZZI TRA XE E LONG COVID

Come dicevamo, Giuseppe Remuzzi si è soffermato anche sui motivi di preoccupazione, partendo dalla situazione ad Hong Kong, dove la Omicron si è rivelata molto pericolosa per la popolazione anziana e poco vaccinata. «Solo il ciclo completo con tre dosi ci può proteggere da questa e altre varianti», ha ricordato l’esperto, sottolineando che in Italia ci sono ancora centinaia di migliaia di persone senza le tre dosi, senza dimenticare la fascia under 12. Giuseppe Remuzzi ha anche parlato dell’avvento della variante Xe, una mutazione che preoccupa vista la grande contagiosità registrata in Inghilterra, dove l’attività di sequenziamento è molto intensa. Non è escluso, dunque, che Xe sia già presente anche in Italia. Una battuta anche sull’allarme Long Covid: «Abbiamo quindi una platea di persone che non sono né malate né sane e che peseranno nei prossimi anni sul sistema sanitario». Infine, Giuseppe Remuzzi ha ribadito l’importanza delle mascherine, soprattutto dato lo scenario in forte evoluzione.

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