A “Cose Nostre” la storia di Giuseppe Salvia, ucciso dalla camorra

Giuseppe Salvia è il protagonista della nuova puntata di “Cose Nostre“, in onda oggi, lunedì 17 ottobre 2022, alle ore 23:35 su Rai 1. Sposato e padre di due bambini, il giovane vicedirettore del carcere di Poggioreale, a Napoli, è stato ucciso il 14 aprile 1981 su ordine di Raffaele Cutolo, ‘o prufessore noto come uno dei più spietati boss di camorra. Salvia, 38 anni, lavorava nella sezione speciale del carcere napoletano, dove erano detenuti i più feroci boss di due fazioni di camorra che in quella fase erano in guerra.

Da una parte la Nuova camorra organizzata di Cutolo, con 7mila affiliati pronti a far tutto per il boss, e la Nuova famiglia di Luigi Giuliano, che poi fu allargata ad altri clan potenti, alcuni dei quali affiliati a Cosa Nostra. Una guerra tremenda che ha fatto quasi mille morti in quattro anni, molti dei quali uccisi tra le mura di Poggiorale. Il carcere di Napoli, infatti, era ormai fuori controllo, ma Giuseppe Salvia è stato l’unico a esporsi in prima persona per il rispetto delle regole e per far tornare l’ordine. Inoltre, non riconosceva i privilegi a cui il boss era abituato. Inflessibilità e rigore gli sono stati costati la vita.

Giuseppe Salvia e la confessione di Cutolo quarant’anni dopo

Dopo qualche schermaglia che innalzò il livello di tensione nel carcere di Poggioreale, a Napoli, il 6 novembre 1980 si arrivò allo scontro aperto. Il boss Raffaele Cutolo, di ritorno da un colloquio col suo avvocato, era particolarmente e non aveva alcuna intenzione di sottoporsi alla perquisizione di rito. I poliziotti penitenziari, impauriti dalla situazione, fecero un passo indietro, quindi Giuseppe Salvia andò avanti da solo. Il boss con un violento schiaffo fece saltare gli occhiali del vicedirettore del carcere.

Un gesto che, nella simbologia mafiosa, equivale ad una sentenza di morte, che infatti fu poi eseguita il 14 aprile dell’anno dopo dai suoi killer. Giuseppe Salvia chiese il trasferimento per motivi di sicurezza, ma non gli fu concesso. Cinque mesi dopo, mentre era alla guida senza scorta sulla tangenziale di Napoli, venne crivellato di colpi di pistola. A quarant’anni dall’omicidio, Raffaele Cutolo, ormai vecchio e malato, in un’intervista allo scrittore Antonio Mattone, ha confessato per la prima volta di essere stato il mandante. “Sì, l’omicidio Salvia l’ho fatto io“, gli disse.