Confermato l’ergastolo per la coppia accusata di aver ucciso di botte il piccolo Giuseppe a Cardito, in provincia di Napoli. La tragedia è avvenuta il 27 gennaio 2019 e ora la Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato il suo verdetto. Sono stati condannati all’ergastolo il patrigno, Toni Essobti Badre, accusato di aver picchiato a morte anche con un bastone il piccolo Giuseppe e la sorellina, e la madre del bimbo, Valentina Casa, che in primo grado era stata condannata a sei anni di reclusione. Secondo i giudici, infatti, la donna non aveva impedito che il figlioletto fosse ucciso.
La coppia, riferiscono i media, sarebbe rimasta impassibile al pronunciamento del verdetto. Badre ha ascoltato la condanna in videocollegamento dal carcere dove si trova attualmente detenuto. Valentina Casa è stata anche condannata all’isolamento diurno per un periodo di un anno e la coppia ha ricevuto la condanna al pagamento delle spese sostenute dalle parti civili Cam Telefono Azzurro. Nel frattempo, è stata trovata una famiglia a cui affidare le due sorelline del piccolo Giuseppe ucciso di botte, di cui una è riuscita a sopravvivere alle percosse.
Giuseppe ucciso di botte a Cardito, condannati all’ergastolo il patrigno e la madre
In relazione a questa tragedia, a dicembre inizierà anche il processo nei confronti di due maestre e della preside della scuola che frequentava Giuseppe, accusate tutte e tre di omessa denuncia. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, infatti, Giuseppe e la sua sorellina Noemi si sarebbero presentati a scuola con lividi e tumefazioni e avrebbero affermato di essere stati picchiati dalla mamma e dal papà, ma la scuola non avrebbe presentato nessuna segnalazione nonostante i segni delle botte. Una situazione che è stata confermata anche da alcune telefonate avvenute tra le maestre dopo la morte di Giuseppe, in cui parlavano di “morte annunciata”.
L’avvocato Clara Niola ha espresso soddisfazione per la condanna all’ergastolo del patrigno di Giuseppe, Toni Essobti Badre, e della madre del piccolo Valentina Casa. “L’equità e la giustizia hanno fatto sì che i due imputati ottenessero finalmente la stessa pena non solo sotto il profilo giuridico ma anche morale – ha spiegato l’avvocato, come riporta SkyTg24 – Restiamo in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, nella consapevolezza di un possibile ricorso per Cassazione da parte delle rispettive difese”.