CHI È GIUSEPPE UNGARETTI, AUTORE TRACCIA A1 IN PRIMA PROVA MATURITÀ 2024: LA BIOGRAFIA
Giuseppe Ungaretti era uno degli autori più “chiacchierati” nel toto-traccia della Maturità 2024 e alla fine è realmente uscito per la traccia A1 dell’Analisi del testo in Prima Prova: il grande poeta del simbolismo italiano, anticipatore dell’ermetismo e tra i principali geni innovatori della poetica occidentale. Con la poesia “Pellegrinaggio” (qui il nostro focus sull’opera in Maturità) Ungaretti viene scelto dal Ministero per dare il via alla Maturità 2024, scelta di tradizione ma anche innovazione, a ben vedere.
La sua biografia è ricchissima, nato in Egitto nel 1888 e morto a Milano nel 1970, Giuseppe Ungaretti già negli anni dell’infanzia sviluppa una passione smodata per la poesia, “fulminato” dalla bellezza della poetica francese oltre a quella italiana, e subito estimatore nell’adolescenza di autori come Leopardi, Baudelaire e Rimbaud. Iniziatore con Pea di un primo circolo di “anarchici” per discutere di cultura e letteratura, Ungaretti conosce nei suoi diversi viaggi internazionali (in primis a Parigi dove fa l’università) conosce notevoli personalità della poesia e letteratura europea, da Apollinaire fino a Papini. Elemento che segnerà molto la sua carriera oltre che vita personale è l’invio in guerra come volontario nel 1915: i tre anni passati tra trincee e fronte lo segneranno particolarmente anche nella poetica, divenendo quel poeta narratore della memoria oltre che del dolore che oggi conosciamo.
Costretto come tanti intellettuali dal “periodo” ad aderire al Partito Fascista, Ungaretti se ne distanzia ben presto scostandosi dalle teorie folli della razza e della catastrofe in guerra: dal 1942 Mondadori inizia a pubblicare le sue opere mentre a livello personale vive il tormento della morte del figlio Antonietto a causa di una appendicite curata male. Con la moglie Jeanne Dupoix passa il dolore impossibile da comprendere della morte di un figlio e anche su questo la sua poetica viene molto “condizionata” negli anni. Celebrato negli ultimi della vita come grande poeta e intellettuale italiano, nel 1968 Giuseppe Ungaretti viene festeggiato per i suoi 80 anni al Quirinale alla presenza di Aldo Moro e altri poeti colleghi come Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo. Muore a Milano per broncopolmonite nel 1970, sepolto però a Roma nel Cimitero del Verano assieme all’amata moglie Jeanne.
MATURITÀ 2024, OPERE E POETICA DI GIUSEPPE UNGARETTI: IL POETA DEL DOLORE E DELLA MEMORIA
Brevità. Simbolismo e analogia, ma anche grande attenzione per la memoria, il dolore ma anche l’allegria, e la necessità di raggiungere l’essenziale in vita come nella poesia: questo riflette la poetica di Giuseppe Ungaretti e su questo gli studenti impegnati nella Prima Prova di Maturità 2024 potranno discorrere nella produzione della traccia A1 in Analisi del testo. I temi principali attraversati dalle opere di Ungaretti nel corso del tempo sono certamente guerra e memoria, ma anche le esperienze di solidarietà tra i soldati, le incomprensioni familiari e il dolore per la morte di cari amici e familiari.
Il suo è un linguaggio sempre più asciutto, quasi appunto simbolico e anticipatore di quello che sarà poi l’ermetismo pieno con Montale e altri suoi “discepoli”: versi liberi, non di rado accompagnati dalla sagace ironia che lo contraddistingueva, Giuseppe Ungaretti per molti è “il poeta” del Novecento, sicuramente uno dei più fervidi e geniali. Rivoluzionò la sintassi delle frasi nelle suo poesie, abolendo quasi del tutto la punteggiatura e puntando su un linguaggio semplice ed essenziale che facesse il paio con la profondità dei suoi concetti. Con la sua scrittura ferma e tenera, pensata e simbolica, Ungaretti restituisce al lettore tutto l’urto della realtà, una piena emozione e commozione del soggetto davanti alla realtà, come ci spiegava qui Umberto Motta per i 50 anni dalla morte di Giuseppe Ungaretti: «Quella di Ungaretti, dall’inizio alla fine della sua parabola, resta una parola proverbialmente “allegra”, abitata cioè dalla letizia dell’esserci, dalla grazia e dallo stupore dell’esserci, che risorge sempre al di là del male, del dolore. L’allegria dell’esserci».