Sono aumentati esponenzialmente gli episodi di violenza nelle scuole nel corso degli ultimi anni. Un fenomeno da sottovalutare, con il governo pronto a intervenire. Il ministro Giuseppe Valditara ha le idee chiare: “Occorre trovare una soluzione anche prevedendo forme diverse di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole: una cosa che mi è sempre parsa molto utile, sono i lavori socialmente utili”.



Ospite dell’incontro “Una nuova stagione per l’istruzione” nell’ambito dell’evento “Direzione Nord”, il titolare dell’Istruzione e del Merito ha rimarcato che è necessario ripensare le misure di contrasto con intelligenza e in modo moderno. La linea deve essere ferma, ma anche costruttiva secondo il ministro: “L’obbligo di lavori di pubblica utilità può servire a ripristinare il rapporto di chi ha commesso atti vandalici o di bullismo con le regole”. Giuseppe Valditara ha poi sottolineato l’importanza di ridare autorevolezza e rispetto verso docenti, studenti e beni pubblici: “C’è anche il tema dei docenti che devono essere sempre consapevoli del ruolo che hanno e che passa anche da un aumento del livello retributivo. Stiamo lavorando a un tavolo per trovare soluzioni, che sia la didattica personalizzata, o psicologo, sanzioni più efficaci, o la chiamata alla responsabilità dei docenti, famiglie e ragazzi”, riporta il Corriere.



L’ANALISI DI GIUSEPPE VALDITARA

L’ipotesi di lavori socialmente utili per gli alunni violenti in classe rilanciata da Giuseppe Valditara vanta precedenti che fanno ben sperare. Il comune di Borgosesia (provincia di Vercelli) e l’Istituto d’Istruzione Superiore Lancia cinque anni fa siglarono una convenzione per usare i ragazzi nei lavori socialmente utili: “Abbiamo pensato di fare in modo che i ragazzi che subiscono dei provvedimenti disciplinari a scuola si rendano utili per la città, svolgendo attività socialmente utili. È un modello educativo che deve servire agli studenti per comprendere che il cattivo comportamento non può essere tollerato”, l’analisi del primo cittadino Paolo Tiramani.



Nel corso degli ultimi tempi sono stati registrati diversi casi di punizioni ad hoc nei confronti di violenti-indisciplinati, ha ricordato il presidente dei presidi di Anp di Roma, Mario Rusconi. Resta però insoluta la questione dell’individuazione di chi occupa una scuola, considerando che presidi e professori non hanno la possibilità di accedere nei locali occupati: “In diversi casi la denuncia obbligatoria alle forze dell’ordine da parte dei dirigenti scolastici non ha ottenuto lo sgombero delle scuole pur essendo stato richiesto. Al ministro chiediamo che se il preside sollecita lo sgombero dell’istituto, bisogna far sì che polizia e carabinieri intervengano, mentre la maggior parte delle volte non accade”.