E’ un errore puntare tutto sull’elettrico, non ha dubbi Giuseppe Valditara. Intervistato da Il Giornale, l’ideologo della Lega si è soffermato sui temi dell’energia, in primo piano in questa campagna elettorale, e a sui avviso ci sono tre elementi su cui riflettere: gli errori del passato, cosa fare oggi e la visione del futuro. Pensando al passato, l’esperto ha giudicato un grave errore rinunciare al gas dell’Adriatico e del Mediterraneo: “La politica dei no ci ha portato a questa situazione”.



Un altro errore è stato abbandonare il nucleare e la situazione oggi è particolarmente delicata. “Serve ora una nuova manovra di aiuti per almeno 30 miliardi di euro per ridurre le bollette energetiche, altrimenti salta tutto il sistema. Se saltasse avremmo delle macerie da gestire: imprese chiuse, disoccupati, crollo della produzione, filiere che rischiano di sparire o cadere in una crisi gravissima”, l’analisi di Giuseppe Valditara.



GIUSEPPE VALDITARA: “PUNTARE TUTTO SULL’ELETTRICO UN ERRORE”

Le politiche elettriche rischiano di consegnarci mani e piedi alla Cina, secondo Giuseppe Valditara. Pechino, infatti, produce quasi l’80 per cento dei giga watt di batterie, difficile da produrre: “Occorre sbarcare sui mercati delle terre rare e la Cina ha egemonizzato quel mercato. Il pericolo adesso è di passare dalla dipendenza energetica dalla Russia, alla dipendenza dalla Cina per le batterie elettriche”. Secondo il braccio destro di Salvini, eolico e solare non saranno mai sufficienti perché non garantiscono la copertura sulle 24 ore. Per questo è necessario sfruttare le risorse di gas nostre e del basso Mediterraneo, senza dimenticare il nucleare di quarta generazione: “Una politica green intelligente dovrebbe incoraggiare uno stanziamento di risorse per avviare una riconversione produttiva dal termico all’elettrico, prima di imporre il bando delle auto a benzina e diesel e una formazione delle maestranze per evitare di distruggere una parte importante del nostro sistema industriale – le parole di Giuseppe Valditara – È necessario creare i presupposti per la nostra indipendenza già da adesso. Il problema vero è che non c’è una visione strategica ispirata al buonsenso”.

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