Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, è intervenuto sull’edizione di “Libero” di sabato 5 novembre 2022 per un’intervista a tutto tondo sulla scuola e sui valori da recuperare anche nell’ambito dell’istruzione, a cominciare da quello della patria: “I giovani tornino a riflettere su alcune date simboliche della nostra storia nazionale – ha esortato il ministro –. La nostra identità non può prescindere da ciò che rappresentano il Risorgimento e la Prima Guerra Mondiale, che può ben essere visto come momento conclusivo del nostro percorso di unificazione nazionale”.
Secondo Giuseppe Valditara, va preservato e rivalutato il concetto di “appartenenza” (di patria, appunto), ma si avverte la necessità di farlo “senza cadere in quello di nazionalismo, che del patriottismo è la degenerazione. Negli altri Paesi europei il senso di appartenenza a una comunità nazionale è naturale e molto sentito. Riscoprire valori fondanti che diano una identità, una coscienza nazionale è necessario anche per integrare positivamente gli immigrati, per offrire loro valori chiari che possono essere accolti e condivisi. Senza consapevolezza di ciò che ci appartiene, del nostro passato, di valori forti, rischiamo una società frammentata, disgregata”.
GIUSEPPE VALDITARA: “VA RIPRISTINATA L’AUTOREVOLEZZA DEI DOCENTI”
Nel prosieguo delle dichiarazioni rilasciate a “Libero”, il ministro Giuseppe Valditara si è soffermato anche sulla questione legata al merito, sulla quale ritiene che vi sia stato “un atteggiamento prevenuto, ovvero di involontaria accettazione di una società classista dove chi nasce povero continua ad essere povero. Ho avvertito la reazione di chi nei fatti accetta la cristallizzazione della società in uno schema quasi castale, senza capire che il merito consiste nella valorizzazione dei talenti di ognuno, in una scuola che tiri fuori e valorizzi la ricchezza che c’è in ogni studente”.
Da ultimo, Giuseppe Valditara ha posto l’accento sul bisogno di ripristinare l’autorevolezza dei docenti, che si sta facendo sempre più assordante. Al giorno d’oggi, nelle scuole di tutt’Italia, “assistiamo a una delegittimazione del docente, che in qualche caso parte dalle famiglie. Quando andavo a scuola io, a cavallo degli anni Settanta, e ricevevo una nota o un brutto voto, i miei genitori si mettevano sempre dalla parte dell’insegnante. Anche gli insegnanti devono avere sempre alto il senso della propria professione, mai tradendola con parole o comportamenti che non siano consoni alla loro straordinaria missione educativa. Più in generale c’è un grande tema, quello del rispetto: dei docenti, degli studenti e dei beni pubblici”.