Giuseppe Varchetta, attivista Lgbt, sarà il protagonista della nuova puntata de Il Corpo dell’Amore. Con il suo intervento, Varchetta parlerà di sessualità e omosessualità, raccontando la propria storia di ragazzo disabile, che a un certo punto rivela al mondo intero di essere omosessuale. “L’anno delle superiori mi sono dichiarato apertamente gay”, dice Varchetta nel corso del suo intervento nel programma di Rai 3. “Il concetto di sessualità e disabilità è un tabù, nessuno ne parla, figuriamoci di omosessualità e disabili”. Nelle sue parole, anche la sua esperienza quotidiana a contatto con una società troppo distratta, assente o, peggio, pronta a puntare e il dito: “Dopo il coming out se per te le cose non sono un problema, nemmeno per gli altri lo saranno – spiega l’attivista Lgbt – invece con la disabilità la bocca aperta, la parlata un po’ strada, l’occhio storto, la camminata un po’ sciancata… Mi porta a lottare ogni giorno per far vedere quello che sono veramente”.
Giuseppe Varchetta, “Ogni giorno è come se avessi una maschera”
Ospite con il suo racconto de Il Corpo dell’Amore, Giuseppe Varchetta parla della sua esperienza di vita. “Ogni giorno – spiega l’attivista Lgbt – è come se avessi una maschera che mi devo togliere, perché devi vedere che tu sei più forte”. Per vivere appieno la propria omosessualità, Varchetta, in passato, ha deciso di lasciare la sua terra natia, la Campania, per trasferirsi a Bologna. “Accettare di cambiare città”, spiega infatti Varchetta in una video intervista realizzata per il programma di Rai 3, “è la cosa più difficile che ho fatto finora”, tuttavia “sapevo che Bologna era una città con una mentalità più aperta” e per questo ha scelto di ricominciare tutto dall’Emilia-Romagna. Tuttavia, pur se tappa obbligata nel suo processo di rinascita, il trasferimento si è rivelato più complicato del previsto: “Rifarmi una vita in una città non mia, dove non avevo più amicizie di una vita che mi hanno dato sempre forza, è stato difficile”.
Giuseppe Varchetta, “Da bambino mi chiamavano Peppe ‘a rocc”
In occasione della puntata de Il Corpo dell’Amore dedicata alla sua vita, Giuseppe Varchetta ripercorre attimi della su infanzia e di come sia riuscito, giorno dopo giorno, a costruirsi quella corazza che oggi lo rende così forte: “Quando giocavo con il Super Santos – ricorda l’attivista LGBT – mi chiamavano “Peppe ‘a rocc”, perché quando giocavo prendevo ogni giorno una pallonata in faccia, ma non piangevo mai. Questa durezza di un corpo resistente – spiega Varchetta – si è vista dopo, quando ho scoperto di essere un omosessuale con disabilità”. Questo e tanto altro, nel corso della sua intervista su Rai 3, così come anticipato dallo stesso Varchetta attraverso i suoi canali social ufficiali: “Le bellissime casualità le casualità che mi caricano – si legge su Facebook – mi fanno capire che se anche non mi piacerà sarà un piccolo passo per trasmettere il 5% del mio pensiero”.