La mamma di Massimo Ranieri, Giuseppina Amabile, è stata “la donna” della sua vita. L’artista lo ha ricordato anche nel corso della sua ospitata a Domenica In, dove è stato trasmesso un filmato con i momenti più intimi e toccanti insieme alla donna che lo ha messo al mondo. Ricordi che hanno commosso il cantante in studio. “Il momento più emozionante della mamma, con la “m” maiuscola, è stato quando lei mentre parlava ha aperto la borsa, ha preso il fazzoletto e mi ha asciugato il sudore”, ha ricordato Ranieri. “Mia mamma, come tutte le mamme, sono grandi donne, grazie perché siete la terra, procreate! Nascono fiori, sempre e comunque”, ha proseguito.



“Lei era particolare, era molto molto forte, carabiniera”, ha ricordato l’artista, spiegando che la mamma doveva tenere a bada i primi cinque figli nati con il suo successo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

Giuseppina Amabile e Umberto Calone, i genitori di Massimo Ranieri

Giuseppina Amabile e Umberto Calone sono i genitori del celebre cantante Massimo Ranieri. L’artista ha legato costruito un legame autentico con entrambi. “Mia madre mi ha fatto crescere”, aveva detto Ranieri dopo la sua morte, all’età di novantadue anni. “Mio padre, invece, mi ha permesso di diventare l’uomo che sono”. Anche Umberto Calone, dunque, ha ricoperto un ruolo molto importante nella sua vita. Lo stesso Massimo Ranieri, in più occasioni, ha ribadito quanto il supporto del papà sia stato decisivo all’inizio della sua carriera. Un supporto emotivo, ma non soltanto. Umberto Calone ha sempre creduto nelle capacità del figlio, al punto tale da sostenere i costi della sua formazione anche in momenti molto difficili: “Mio papà è stato il mio primo ammiratore. Papà Umberto ha sempre creduto in me tant’è che a volte mi dava 100 lire di nascosto per farmi prendere il pullman e andare a studiare canto”, ha raccontato Ranieri durante una puntata di Domenica In.



Giuseppina Amabile e Umberto Calone, il figlio Massimo Ranieri: “mio padre un eccezione”

Massimo Ranieri ha sempre speso parole importanti per il padre Umberto Calone, riconoscendogli grande generosità e bontà d’animo: “Dicono che spesso le persone peggiori sono vittime di un’infanzia disgraziata e senza amore. Se questa è la regola, allora mio padre è l’eccezione”. Umberto Calone ha infatti dovuto fare i conti con un’infanzia pesantissima. E’ rimasto orfano di padre, morto in guerra, e per un periodo ha vissuto con la madre e il compagno, denunciato poi per violenza. A soli dodici anni Umberto viene dunque abbandonato in orfanotrofio, dove perlomeno si avvicina alla musica e impara a suonare la tromba. “Non ha potuto fare il musicista ma ha raggiunto un traguardo importante: diventare operario, cosa eccezionale per un ragazzo che usciva dal serraglio”, ha raccontato orgoglioso Massimo Ranieri.