UTERO IN AFFITTO, IL VESCOVO DI LIVORNO ATTACCA LA SINISTRA: “MERCIFICA I FIGLI E TACE SUGLI AFFIDI”
Dall’utero in affitto al tema della sessualità, dalle dinamiche LGBTQ+ al rapporto tra fede e politica: il vescovo di Livorno Mons. Simone Giusti a “La Nazione” confessa tutta la sua difficoltà nel “leggere” la sinistra di oggi in Italia, alla luce di quanto sta avvenendo in questi mesi in merito al tema della maternità surrogata.
«Oggi si è di sinistra se si è a favore della procreazione medicalmente assistita in provetta, semmai eterologa – scrive il prelato al quotidiano toscano – e si tace dei metodi naturali per la fecondazione, i quali fra l’altro costano poco nulla e sono più efficaci di quelli chimici-farmaceutici». Secondo il vescovo Giusti, oggi parlare di diritti nella sinistra significa anche «essere a favore dell’utero in affitto e di una mercificazione del figlio e si tace sull’affido familiare aperto a tutti al di là di qualunque orientamento sessuale».
MONS GIUSTI, VESCOVO LIVORNO: “L’ETICA COMUNISTA NON ESISTE, SOCIETÀ OGGI PRODUCE MALESSERE”
L’anatema lanciato dal vescovo di Livorno è ben più ampio però della pratica – ricordiamo illegale in Italia – dell’utero in affitto e sconfina sul rapporto tra sinistra e fede: «l’etica comunista e quella cristiana» avevano «tantissimi punti in comune. Sono cresciuto tra le Acli con la sede della Dc e la casa del popolo con la sede del Pci», racconta ancora Mons. Giusti. Avversari sempre ma entrambi in difesa del popolo: eppure oggi «Faccio fatica a riconoscere in questa sinistra occidentale gli eredi dell’antico partito comunista».
Secondo il vescovo oggi per essere di sinistra significa che si è «a favore di tutti gli anticoncezionali e i vari sistemi abortivi presenti sul mercato, ma non si parla mai dei metodi naturali che insegnano a conoscere il proprio corpo, la propria sessualità e quindi periodi di fertilità e di infertilità e sono gratuiti (metodo Billings)». L’attacco del vescovo nella città storicamente di sinistra non resta minimo: «La sinistra faccia la sinistra e pensi a elaborare un progetto di società che vada ben oltre forme neo capitalistiche e borghesi per favorire la crescita di una società fondata sul lavoro, sulla solidarietà, sulla libertà, ma non sulla competizione tele diretta dei signori dei social». Il tutto per riuscire a recuperare il rapporto con le giovani generazioni, le stesse che serve far crescere con il senso critico e appassionarli «non all’alcol, alla droga, al sesso a go go, quasi fosse un luna park, bensì al serio impegno sociale e politico. Dove sono i giovani nel volontariato? Occasionalmente si va a raccogliere ogni cosa sulle spiagge o si spala la mota come a Livorno in occasione dell’alluvione, ma poi si rifluisce nell’individualismo». Da ultimo, il vescovo di Livorno se la prende con la sinistra di Schlein & co. in quanto non condanna una società dove oggi si sostiene tutto il contrario di tutto: «una società che produce malessere crescente da parte dei giovani: anoressia, bulimia, tagli autolesionismo, suicidio. Quando un ragazzo si uccide è sempre una sconfitta per tutti. Se questa è la sinistra oggi sono ben contento di rimanere un vecchio democristiano che continua a lavorare per la Civiltà dell’Amore. Chi mi segue?».