Eletto il nuovo procuratore generale della Cassazione. Si tratta di Luigi Salvato, vice dell’attuale Pg in carica, Giovanni Salvi, che andrà in pensione il 9 luglio. “In sostanza” ci ha detto in questa intervista Frank Ciminigiornalista già al ManifestoMattinoApcom, Tmnews e attualmente autore del blog giustiziami.it, “per usare una battuta che sta girando in queste ore, Salvi e Salvato che hanno da salvare? Nient’altro che se stessi, cioè quella parte della magistratura che baciava la pantofola di Luca Palamara quando era potente e che loro stessi, per fingere di essere ‘buoni’ hanno portato a processo e rimosso dalla magistratura”. Salvato ha battuto l’altro candidato, il Procuratore generale di Napoli, Luigi Riello: “Si è scelta la linea della continuità, cosa che fa molto piacere al presidente della Repubblica” dice ancora Cimini.



È davvero, come dicono un po’ tutti, una nomina nel segno della continuità, quella di Luigi Salvato?

Sì, quella continuità che non sono riusciti ad avere a Roma e a Milano. Ricordiamo che Giovanni Salvi aveva deciso che non costituisce illecito disciplinare l’autopromozione dei magistrati. Quello che facevano un sacco di magistrati, intessendo rapporti con Luca Palamara, e anche lo stesso Salvi, che aveva offerto una cena in un albergo romano per autopromuoversi. Con questa regola ha salvato se stesso e decine di magistrati che baciavano la pantofola a Palamara quando era potente. Quindi sì, Salvato assicura la continuità di Salvi.



Però Salvato ha rappresentato l’accusa nel processo a Palamara, che si è concluso con la sua rimozione dalla magistratura…

Sì, certo. Un’accusa di comodo, per buttarlo a mare e salvare se stessi, per dimostrare che erano diversi da lui, ma non lo sono.

Insomma, operazione gattopardesca. Questo intendi?

Intendo che si sono comportati come i soliti sepolcri imbiancati. Adesso hanno in Cassazione il magistrato più potente d’Italia, assicurandosi quella continuità che avevano pensato di procurarsi con Michele Prestipino a Roma e cui puntavano a Milano con Romanelli al posto di Greco.



Invece?

A Roma gli era andata bene, poi male. A Milano gli è andata male e basta. Adesso il procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, si è rivolto al Tar per far annullare la delibera con cui il Csm il 7 aprile scorso designò Marcello Viola come successore di Francesco Greco, usando una motivazione che somiglia a una scalata sugli specchi. Stessa cosa ha fatto il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, l’altro sconfitto della partita per la procura di Milano. Dal punto di vista giuridico non hanno speranza, però il ricorso gli serve per altri scopi.

Quali?

Per prima cosa, in vista delle ormai prossime elezioni del Csm, per fare un po’ di casino, ma soprattutto per creare problemi a Viola che sta facendo fatica nel tentativo di riorganizzare un ufficio allo sbando come quello di Milano.

In che modo lo farebbero?

Gira voce abbastanza credibile che il ministro Cartabia abbia in progetto di allungare da tre a sei anni il periodo che un candidato a una carica direttiva deve garantire. Siccome Romanelli ha già 64 anni e non si può candidare da un’altra parte, deve restare a fare il procuratore aggiunto. Romanelli era stato illuso da Magistratura democratica, questo ricorso al Tar in sede amministrativa segue la loro logica, una logica correntista, nella quale i ricorsi non hanno niente di fondato. A Milano giustamente si è eletto Viola per una logica di discontinuità con un ufficio precedente che aveva combinato solo disastri.

Il quotidiano Il Dubbio ha titolato che con l’elezione di Salvato “Mattarella ha messo in riga il Csm”. È così?

No, logicamente Salvato a Mattarella va bene. Siccome questa situazione di caos, al di là dei suoi tanti moniti inutili, l’ha tollerata senza fare nulla, allora meglio così per lui. Mattarella, come sappiamo, non ha il potere formale di sciogliere il Csm, però ha un potere di dissuasione morale che non ha mai usato.

(Paolo Vites)

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