UE BOCCIA LA RIFORMA CARTABIA
L’Italia resta “osservato speciale” per quanto riguarda la giustizia, anche dopo la Riforma Cartabia approvata su più livelli: l’ultima relazione della Commissione Europea nelle raccomandazioni approvata lo scorso 13 luglio vedono il nostro Paese, nel pieno ora di una crisi di Governo che preoccupa la stessa Bruxelles, sotto monitoraggio stretto per quanto riguarda gli impegni sulla giustizia. Se infatti sono state ben recepite le promesse e i primi adempimenti del Governo Draghi sul PNRR fino ad ora, l’impegno dello Stato italiano deve ora compiere numerosi passi aggiuntivi per uscire dall’osservazione speciale della Commissione. «Sui tempi dei processi, sulla recente riforma del processo penale che per l’Ue va monitorata per i suoi effetti sui procedimenti contro la corruzione e per possibili conseguenze negative determinata dalla nuova disciplina della prescrizione», sono i punti principali secondo cui le riforme adottate dal nostro Paese ancora sono insufficienti per le problematiche riscontrare.
In merito all’attuale ordinamento giudiziario e il sistema Paese sul fronte giustizia, la Commissione Europea ravvisa come la riforma del processo penale della Ministra Cartabia «rischia di comportare indebite influenze sull’indipendenza dei giudici». Nel documento europeo si legge come «Il Csm e gli altri soggetti interessati hanno espresso preoccupazioni sul fatto che alcune norme possano comportare un’indebita influenza sui giudici». Non solo, si legge ancora nel dossier della Commissione sul caso Italia, «In particolare, la legge introduce una valutazione professionale dei magistrati che, tra le altre cose, terrà in considerazione il raggiungimento dei risultati attesi dai dirigenti dei Tribunali, nonché la possibilità di iniziare l’azione disciplinare in caso di mancato adeguamento alle indicazioni dei dirigenti sul modo in cui raggiungerli. (…) Inoltre, la valutazione professionale terrà in conto la conferma delle sentenze nei gradi successivi. (…)».
LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE UE SULLA GIUSTIZIA IN ITALIA
Nell’abstract europeo il combinato disposto delle nuove norme approvate, «potrebbe portare a dipendenze che rischiano di comportare indebite influenze sull’indipendenza dei giudici». In base agli standard europei, la ricerca di una maggiore efficienza – fattore positivo ravvisato nella riforma Cartabia – non dovrebbe comunque «compromettere l’indipendenza del potere giudiziario», sottolinea ancora la Commissione Europea. Altro punto considerato particolarmente delicato è l’effettività del sistema giudiziario e il nodo dei processo per corruzione: dopo la formulazione delle riforme approvate dal Governo Draghi, servirà «uno stretto monitoraggio per assicurare che i processi per corruzione non si interrompano automaticamente in grado d’appello», si legge ancora nelle raccomandazioni all’Italia.
«La riforma – ricorda Bruxelles – include previsioni, applicabili ai reati commessi dopo il 1° gennaio 2020, che introducono limiti temporali massimi per concludere i processi in Corte d’Appello e Corte di Cassazione, altrimenti il caso verrà archiviato»: a questo punto però, i processi per corruzione, riflette la Ue, sono proprio tra quelli che in appello possono estinguersi automaticamente dopo due anni a meno che il giudice non richieda una specifica estensione. «L’entrata in vigore della riforma richiederà quindi una stretta sorveglianza in relazione alla lotta alla corruzione, in particolare nel grado d’appello», attacca l’Europa bocciando quella parte della riforma Cartabia, inoltre – e conclude -«anche se sono state introdotte delle eccezioni e delle misure transitorie, l’effettività del sistema giudiziario richiede uno stretto monitoraggio a livello nazionale per assicurare un giusto bilanciamento tra le nuove norme e il diritto alla difesa, i diritti delle vittime e l’interesse del pubblico a un sistema penale efficiente».