Giusy Potenza fu uccisa a 14 anni a Manfredonia, in provincia di Foggia, il 12 novembre 2004. Il suo corpo senza vita fu trovato dopo ore di ricerche nei pressi di una scogliera, martoriato a colpi di pietra dal suo assassino. Il Dna inchiodò un parente che porta il suo cognome, Giovanni Potenza, cugino del padre della vittima che poi confessò il delitto e fu condannato a 30 anni di carcere in via definitiva.
La sua versione dei fatti non ha mai convinto la famiglia della minorenne: il reo confesso avrebbe detto di aver agito per tenere nascosta la loro relazione clandestina. All’epoca 27enne, sposato e padre di due figli, Giovanni Potenza raccontò che la piccola Giusy Potenza, contraria a interrompere il loro presunto rapporto, avrebbe minacciato di rivelare tutto alla moglie e per questo lui l’avrebbe assassinata. Una ricostruzione che per i parenti della vittima farebbe acqua da più parti: convinti che non ci sia mai stata alcuna storia d’amore tra l’assassino e la 14enne, credono che potrebbero essere coinvolte anche altre persone e l’ipotesi di eventuali complici potrebbe portare alla riapertura delle indagini.
Giusy Potenza, ci sono dei complici mai individuati? Le parole dell’avvocato della famiglia
L’avvocato che assiste la famiglia di Giusy Potenza, Innocenza Starace, ai microfoni di Norba Online ha dichiarato che potrebbe essere depositata una istanza per la riapertura del caso alla Procura di Foggia. Nella vicenda della 14enne uccisa a Manfredonia 20 anni, infatti, insisterebbero ancora molti punti oscuri da chiarire e ci sarebbero elementi non compiutamente vagliati durante le indagini dell’epoca che portarono a inchiodare Giovanni Potenza e alla sua condanna definitiva a 30 anni di reclusione.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la minore fu colpita alla testa ripetutamente con una grossa pietra dopo essere caduta dalla scogliera, il volto sfigurato dal suo assassino. Per i familiari, la 14enne avrebbe subito un tentativo di violenza sessuale prima di essere assassinata. “Sul corpo della ragazza c’erano sabbie di altro luogo, come accertato dalla perizia – ha sottolineato il legale della famiglia nel gennaio 2024 –, e altri segnali che in questo momento non posso rivelare ma su cui stiamo lavorando. Secondo noi non è stata accertata dal punto di vista giudiziario, ma lo hanno detto anche il medico legale che fece l’autopsia e i consulenti. La tesi non è mai stata abbandonata nemmeno dalla procura. Con le nuove tecnologie speriamo di riuscire a trovare, anche se dopo decenni, ulteriori riscontri“. Giovanni Potenza ha coperto qualcuno? Questo l’interrogativo a cui l’eventuale riapertura dell’inchiesta potrebbe rispondere.