Giusy Versace
ha sempre provato un moto d’orgoglio a pensare al proprio cognome, ereditato dal padre Alfredo, cugino dei più noti Gianni e Donatella Versace. “La vita mi ha tolto un paio di gambe ma mi ha dato tantissimo, molto più di quanto potessi pensare”, ha detto di recente l’atleta paralimpica a Snaps – Oltre lo sport, parlando anche dell’incidente che nel 2005 le ha permesso di rinascere. “Lo sport mi ha regalato una nuova opportunità di vita”, ha dichiarato, “mi ha aiutato ad alzare l’asticella, mi ha incoraggiato ad andare oltre e mi ha reso più forte e consapevole. Non credevo di arrivare ai livelli a cui sono arrivata”. Oggi, lunedì 6 aprile 2020, S’è fatta notte trasmetterà in replica una recente intervista di Giusy Versace, in occasione della sua trasformazione in Wonder Giusy. Un personaggio ideato per un libro illustrato dedicato ai bambini disabili, per aiutarli a fare sport per inserirsi in società. “Ogni mio passo porta con sè la speranza di essere uno stimolo di vita per chi vive ancora la disabilità come sofferenza”, ha detto al padrone di casa, “sono convinta che la nostra testa riesca ad andare fino a dove le gambe mai ti porterebbero”. Clicca qui per rivedere il video di Giusy Versace.
Giusy Versace, a 28 anni un gravissimo incidente e la perdita delle gambe
Giusy Versace
ha solo 28 anni quando un grave incidente in auto le ha fatto perdere entrambe le gambe. Fino a quel momento, la futura atleta paralimpica aveva dedicato la sua vita al mondo della moda, per poi cambiare tutto una volta ritornata al volante, due anni dopo il terribile evento. Nel 2010 invece il nome di Giusy viene messo in risalto grazie alle protesi in fibra in carbonio che le permettono di diventare la prima donna italiana nella storia dello sport a correre con una doppia amputazione alle gambe. “Quando ho iniziato a correre, cosa che ho fatto solo per dare uno schiaffo morale a tutti quelli che dicevano che sarei caduta, ero una papera che saltellava”, ha detto di recente a Snaps – Oltre lo sport, “anche perché quando ero ‘intera’ e avevo le gambe non ero un atleta ma una sportiva come tanti”. Alcuni malpensanti però l’hanno attaccata nel corso del tempo per via di quel cognome più che noto. Di cui Giusy è orgogliosa, ma di cui avverte anche tutto il peso. “Tanti dicono che se non fossi una Versace non parlerebbero di me”, aggiunge, “ma io ho scelto di mettermi in gioco e di mettere il mio volto nello sport, in tv e in politica per uno spirito di condivisione”. Giusy infatti è sicura di poter fare la differenza e di aiutare a dare visibilità al mondo della disabilità.