C’è anche Giuseppe “Giusy” Vitale, in passato reggente del mandamento di Partinico e poi pentita, tra le persone finite in manette in seguito al maxi blitz delle passate ore nella provincia di Palermo e in diverse regioni d’Italia. All’alba di oggi è stato messo a punto un durissimo colpo da parte della DDA di Palermo, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 85 indagati (63 in carcere, 18 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti ad obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria). Gli indagati, come spiega AdnKronos, sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, reati in materia di armi, droga, estorsione e corruzione.



La maxi operazione è stata denominata “Gordio” ed ha visto anche la partecipazione di unità cinofile, del nucleo elicotteri e dello squadrone cacciatori di Sicilia. Le provincie coinvolte, oltre a quella di Palermo, sono state Trapani, Latina, Napoli, Roma e Nuoro ed in tutto sono stati eseguiti 70 dei provvedimenti cautelari complessivi per imputazioni di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed altri reati come produzione e traffico di stupefacenti e in materia di armi e contro la pubblica amministrazione.



MAFIA, GIUSY VITALE, PENTITA ARRESTATA PER TRAFFICO DI DROGA

Le indagini che hanno portato all’arresto della collaboratrice di giustizia, Giusy Vitale, hanno avuto una durata di due anni e hanno potuto contare sulla stretta sinergia della compagnia di Partinico e del nucleo investigativo di Monreale. Ad aver dato il via, nel novembre del 2017, è stata l’analisi dei rapporti tra l’imprenditore Ottavio Lo Cricchio e Michele Vitale, esponente della famiglia Vitale, noti come ‘Fardazza’. Le indagini hanno portato anche a far luce sui ruoli di altri membri della famiglia tra cui la stessa pentita. La Vitale, ex capomafia della famiglia ‘Fardazza’, in passato aveva dato un contributo importante per raccontare i retroscena di Cosa nostra. Secondo l’accusa la donna avrebbe gestito un importante traffico di cocaina dalla località segreta dove viveva, d’accordo con i parenti in Sicilia. Avrebbe acquistato la droga dai Casamonica e in Calabria. Tra gli 85 indagati anche un agente di polizia penitenziaria presso il carcere di Palermo, accusato di corruzione aggravata ed ai domiciliari. Emersi anche i presunti legami tra boss e politici locali. La produzione ed il traffico di droga, stando a quanto emerso dalle indagini, rappresentano le attività più redditizie per la mafia. A tal proposito è stato lo stesso gip, nella sua ordinanza, ad evidenziare “possibili imminenti guerre tra clan per la droga”.

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