Da tempo a Gerusalemme si parla, più o meno approfonditamente, della crescente violenza, sia fisica che morale, tra ebrei ortodossi e cristiani. Questi ultimi, infatti, seppur in Terra Santa rappresentino una minoranza pari all’1% della popolazione, sono visti con un occhio decisamente critico dagli ebrei (che superano il 60% del totale di abitanti), ma anche dal governo che da tempo lavora per restituire un’immagine di una città fortemente (se non esclusivamente) ebraica.
Un problema, quello della violenza a Gerusalemme, che riguarda tanto i cristiani, quanto però anche i musulmani, che si attestano a circa un 30% abbondante della popolazione. Ed all’interno di quella chiamata Città Vecchia è stata organizzata una conferenza, velatamente provocatoria, chiamata “perché alcuni ebrei sputano sui gentili?“, riferendosi con quest’ultimo termine ai cristiani. Alla conferenza, racconta il quotidiano francese Le Figaro, erano presenti numerosi esponenti della religiose cristiana, ma anche accademici e ricercatori che lavorano e vivono a Gerusalemme e che hanno cercato di dare una risposta alla domanda che titolava l’evento.
La violenza ebraica contro i cristiani: le ragioni del conflitto
La conferenza che si è tenuta Gerusalemme è partita evidenziando come il fenomeno degli sputi degli ebrei contro i cristiani sia in preoccupante aumento nell’ultimo periodo. Un fatto, tuttavia, sostiene un docente di religioni comparate, che affonda le sue origini nel Medioevo, quando però le parti erano invertite ed erano i cristiani ad essere violenti contro gli ebrei. A rendere più complicata la situazione, però, riporta ancora il docente c’è la totale passività delle autorità.
Nella conferenza a Gerusalemme è, poi, intervenuto Karma Ben Johanan, ricercatore della Hebrew University, che ha sottolineato come dietro alle violenze ci siano “pogrom, accuse di deicidio, segregazione”, specificando che “noi ebrei abbiamo vecchi conti da regolare con i cristiani. Il risentimento che abbiamo”, specifica, “ha radici profonde ma questa vecchia ostilità non è più rilevante. Abbiamo un dovere di rispetto”. Gli organizzatori della conferenza a Gerusalemme, inoltre, hanno istituito un numero verde d’aiuto alle vittime di violenza, sottolineando che “la giustizia israeliana condanna questi comportamenti, a condizione che siano provati e che un’indagine della polizia porti a un’incriminazione”, invitando i partecipanti a denunciare ogni comportamento molesto.