Gli esami di recupero per chi ha quell’insufficienza stiracchiata rovinano spesso le vacanze agli studenti meno studiosi e diligenti, ma non ovunque. C’è infatti una terra in cui non esistono gli esami di riparazione di luglio o settembre: parliamo della provincia di Trento. Questi, infatti, non sono previsti dalla provincia autonoma. In virtù dello statuto speciale, nel 2007 la provincia non si è allineata all’Italia quando l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni aveva deliberato la reintroduzione degli esami per chi aveva l’insufficienza in meno di tre materie, come spiega Libero. Così gli studenti italiani sono tornati a studiare in piena estate ma non quelli di Trento: al contrario, invece, in Alto Adige gli esami ci sono.
Il sistema per le carenze formative è diverso in Trentino, con una “media complessivamente sufficiente”. Dunque vuol dire che se hai 8 in una materia e 4 in un’altra, sei promosso automaticamente perché la media è 6. Da qualche tempo, però, i docenti spingono per cambiare e tornare ad allinearsi al resto del Paese. Quasi 600 insegnanti, come spiega Libero, hanno presentato una petizione al presidente del consiglio provinciale Claudio Soini per chiedere il ripristino degli esami di riparazione.
L’appello dei prof. trentini: “Decadimento del sistema di recupero delle carenze”
“Rimettere al centro del dibattito questo strumento non è una nostalgia del passato” ha spiegato a Libero la professoressa Laura Rubagotti, “ma da tempo risulta chiaro il decadimento del sistema del recupero delle carenze in vigore nella scuola” trentina. Per questo, secondo la docente, andrebbe “aperta la discussione sul tema, per arrivare agli aggiustamenti necessari”. Non si tratta, però, di un sistema punitivo e ci tiene a sottolinearlo. Non tutti, però, sono d’accordo: secondo Maura Zini, presidente dell’Anp (associazione nazionale dei dirigenti scolastici del Trentino), sarebbe meglio “attivare percorsi ad hoc e personalizzati per gli studenti in difficoltà”.
Una terza strada è stata ipotizzata da Francesca Gerosa, assessore all’Istruzione per la provincia autonoma in quota Fratelli d’Italia. Per la politica in questo caso la via è di “fare sintesi e superare i punti di debolezza di entrambe le parti”. Il Trentino, mentre la discussione va avanti, resta un unicum nel nostro panorama culturale e scolastico, con il rischio che questo sistema incentivi il “turismo scolastico”. I debiti, infatti, interessano circa il 20% degli studenti delle superiori e il 10% di questi vengono poi bocciati a settembre.