“GLI INTOCCABILI”, LA STORIA VERA DEL PERSONAGGIO DI KEVIN COSTNER

Gli Intoccabili, la storia vera del film del 1987 di Brian De Palma diventato non solamente una pietra miliare del genere gangster-poliziesco ma pure una delle pellicole più apprezzate di sempre: qual è la vicenda reale del capolavoro che vedeva nel suo cast stellare Kevin Costner, Sean Connery, Robert de Niro e Andy Garcia, in programma questa sera su Rete 4 in prime time a partire dalle ore 21.25? per ricostruire le vicende reali di “The Untouchables”, (molto) liberamente ispirato all’autobiografia dell’agente federale Eliot Ness e della sua ‘caccia’, nella Chicago degli Anni Trenta, al boss Al Capone, dobbiamo fare un salto indietro e contestualizzare i fatti dal momento che la trasposizione dalla realtà alla celluloide non è così immediata.



Per raccontare della genesi de Gli Intoccabili, la storia vera del film e qual è stato il processo che ha portato dai fatti reali alla sopra citata autobiografia e fino ad arrivare allo script firmato da David Mamet per la pellicola che valse tre nomination agli Oscar per uno dei capolavori di De Palma e una statuetta a Connery quale Miglior attore Non Protagonista bisogna ricordare la figura di Eliot Ness, interpretato da Costner, e il cui libro aveva già ispirato una serie tv. Ness (Chicago, 1903 – Cleveland, 1957) è stato un poliziotto statunitense del Dipartimento del Tesoro e agente federale di quello che oggi è l’FBI che, in pieno Proibizionismo fu a capo di una squadra di investigatori noti col nome di ‘Untouchables’ (perché incorruttibili) che riuscì, attraverso una condanna per evasione fiscale, a far condannare il mafioso di origini italo-americane Al Capone, noto come ‘Scarface’.



DAL LIBRO AL CINEMA: ECCO CHI ERA L’AGENTE FEDERALE ELIOT NESS

Se, ne Gli Intoccabili, la storia vera è basata appunto sulla biografia scritta da Eliot Ness e si focalizza molto sul team di investigatori, mettendone in luce anche le dinamiche private e interpersonali, mentre la storia dell’agente federale è molto più prosaica: gli ‘Untouchables’, in un periodo molto difficile per gli USA (alle soglie della Depressione) e con la vendita illegale di alcolici che finì per favorire la malavita durante il controverso periodo del Proibizionismo, aiutarono anche molto il Presidente repubblicano Herbert Hoover nel dirottare l’attenzione dell’opinione pubblica sul nemico numero uno, Al Capone, e alleggerire così la pressione su un’amministrazione americana in quel momento in difficoltà e con un’economia già in profonda crisi che, intanto, vedeva l’impero del boss crescere invece a dismisura.



Negli Intoccabili, la storia vera ricalca quella funzionale ma ne diverge anche: il film di De Palma vede Eliot Ness dare le dimissioni nel finale, dopo la condanna del boss e la morte dell’amico Jimmy Malone (Connery) mentre la controparte reale divenne direttore della pubblica sicurezza di Cleveland negli anni successivi, indagando su casi di cronaca nera rimasti nella storia (tra cui i crimini del seriale killer noto come ‘il Macellaio’) e poi intraprendendo senza successo la carriera politica; morirà, da solo e indebitato a causa di investimenti sbagliati, a 54 anni di infarto dopo essere entrato nel tunnel dell’alcolismo. Se la leggenda degli Intoccabili ha un robusto fondo di verità, va detto che il film non accende i riflettori ad esempio su Frank J. Wilson, vero e proprio ‘unsung hero’, agente del fisco che fu decisivo nella condanna di Capone. Perché? Le memorie di Ness, fatte diventare un best-seller dal giornalista Oscar Fraley, erano molto romanzate incentrandosi su di Ness più che i tanti personaggi di contorno come Wilson che, a differenza di Eliot, divenne direttore dei servizi segreti proprio in quanto decisivo per l’arresto del malavitoso.