L’avvocato americano Robert Bilott si batte da decenni per sensibilizzare le persone sulle devastazioni delle sostanze perepolifluoroalchiliche (PFAS), utilizzate in maniera massiccia per rendere antiaderenti le nostre padelle o le nostre giacche impermeabili. La sua lotta contro il gigante chimico DuPont ha ispirato il film Dark Waters, uscito nel 2019. Le Monde ha di recente rivelato che circa 17.000 siti erano contaminati da PFAS in Europa. Proprio il legale spiega: “Non sono rimasto sorpreso dall’entità del numero di siti interessati. Questa situazione persiste da decenni negli Stati Uniti, e sono le stesse aziende ad essere stabilite in Europa. Ciò che mi ha sorpreso è che gli europei stanno appena iniziando a prendere coscienza della presenza di PFAS nelle loro acque”.



Secondo l’avvocato, “Il fatto che stiamo solo iniziando a riconoscere l’entità del problema è preoccupante, poiché queste sostanze chimiche sono associate a un’incredibile gamma di potenziali effetti sulla salute: cancro, diminuzione della funzione immunitaria o efficacia del vaccino… Il numero di decessi attribuibili alla PFAS in solo gli Stati Uniti sono stimati in diversi milioni negli ultimi vent’anni. E i costi economici per il sistema sanitario ammontano a miliardi di dollari”.



L’UE lavora per vietare gli PFAS

L’Unione Europea sta studiando la possibilità di vietare del tutto gli PFAS. Il dibattito, particolarmente importante, dovrebbe durare sei mesi: “Questo è un dibattito estremamente importante che si sta attualmente svolgendo in tutto il mondo. Come definire questo gruppo? Quali molecole dovrebbero essere incluse in esso? Sempre più persone si rendono conto che rappresenta una minaccia per la salute pubblica e che devono essere prese misure forti ora. Ma non possiamo continuare a discuterne all’infinito quando siamo tutti esposti. Dobbiamo adottare misure per proteggere il pubblico finché possiamo ancora. L’idea di trattare PFAS come famiglia, come proposto dall’Europa, e non più sostanza per sostanza, è una lotta feroce. I produttori stanno reagendo”.



Robert Bilott spiega: “Dal giorno in cui ho iniziato a lavorare su questo fascicolo, ventiquattro anni fa, ho sempre sentito la stessa cosa: non ci sono prove sufficienti, non ci sono dati sufficienti, la scienza non è chiara. C’è un’intera industria là fuori il cui unico scopo è seminare dubbi”. In Francia, il governo ha appena pubblicato un piano d’azione sulle PFAS: come primo passo c’è quello di stabilire valori limite nell’ambiente, in particolare nell’acqua. “È un passaggio necessario per stabilire standard di protezione sanitaria, come ha appena fatto l’Environmental Protection Agency, negli Stati Uniti, proponendo finalmente limiti per sei PFAS, tra cui PFOA e PFOS nell’acqua potabile”. Proprio negli Stati Uniti, “Stiamo combattendo in procedimenti legali in tutto il paese per ritenere le aziende che hanno creato consapevolmente questi prodotti tossici responsabili del costo di tutti i danni che sono stati causati. Il costo del filtraggio dell’acqua potabile, il costo del disinquinamento del suolo, i costi sanitari… Non spetta alle vittime o alle comunità pagare tutto questo. Non spetta al cittadino pagare più tasse per poter bere acqua incontaminata.”.