Uno studio, pubblicato lo scorso novembre su Nature Human Behavior, ha fatto il punto sulla maggior parte dei lavori pubblicati riguardo il rapporto tra tecnologia e bambini. I ricercatori del team di Taren Sanders, dell’Università Cattolica di Sydney (Australia), hanno trascorso cinque anni selezionando e analizzando 2.557 meta-analisi sugli effetti degli schermi su bambini e adolescenti. Hanno così osservato che non è importante solamente il tempo espositivo ma anche il contenuto di ciò che viene offerto. “Bisogna innanzitutto distinguere gli effetti sulla salute fisica da quelli che possono influenzare lo sviluppo cognitivo, il linguaggio o la salute mentale” ricorda Jonathan Bernard, direttore della ricerca in epidemiologia perinatale e pediatrica all’Inserm.



A livello fisico, il sonno sembra essere influenzato negativamente. Resta da vedere se a giocare è la luce blu, i contenuti entusiasmanti o semplicemente il tempo sottratto al sonno. Ma “è particolarmente difficile per i genitori, come quando la televisione è entrata nelle camere da letto, dire esattamente cosa fanno i bambini con i loro schermi”, insiste. Sembra inoltre che gli schermi aumentino il rischio di miopia, ma questo è legato specificamente agli schermi stessi o semplicemente al fatto che, ad esempio, si dedica troppo tempo ad attività che richiedono la visione da vicino piuttosto che ad attività all’aperto che richiedono la visione a distanza? Questa è una delle domande che si sono posti gli scienziati, spiega Le Figaro.



I bambini sono meno intelligenti per colpa degli schermi?

Gli studiosi si sono detti preoccupati anche dagli effetti che gli schermi hanno sui bambini per quanto riguarda il fisico e in particolare modo l’obesità. Qui, ancor più che sul sonno e sulla vista, gli effetti sono senza dubbio indiretti: stile di vita sedentario e spuntini durante l’uso aumentano appunto l’esposizione all’obesità. Gli schermi inoltre diminuiscono il tempo dedicato ad attività fisiche, esposizione a pubblicità di alimenti con punteggi nutrizionali scarsi e così via. A livello cognitivo, “gli effetti negativi sul sonno giocano anche sulla plasticità cerebrale e sul consolidamento dell’apprendimento”, spiega Grégoire Borst, professore di psicologia dello sviluppo e neuroscienze cognitive dell’educazione all’Università Paris Descartes, come riporta Le Figaro.



La domanda principale però è la seguente: i nostri figli sono meno informati o più “stupidi” a causa di queste nuove tecnologie? Dovremmo privarli degli schermi? Secondo lo studio australiano, gli effetti negativi rimangono moderati ma sono soprattutto mitigati se si tiene conto del contenuto o del contesto. Questi possono presentare un rischio per il livello di comprensione o di apprendimento dei bambini, ma l’effetto osservato è al contrario positivo quando il programma utilizzato ha una funzione educativa o un genitore partecipa al loro utilizzo. “Gli studi sui videogiochi interattivi hanno permesso di osservare effetti di trasferimento delle competenze acquisite per il gioco ad altri momenti della vita dei giocatori, come una maggiore capacità di attenzione”, sottolinea ad esempio Grégoire Borst. Dunque, in conclusione, secondo uno degli autori, “bisogna fare appello al buon senso dei genitori: guardare i cartoni animati con un buon livello di vocabolario è più vantaggioso che guardare la televisione, e in particolare i notiziari e le scene di guerra”.