Trasfusi globuli rossi prodotti in laboratori: “È la prima volta”

Per la prima volta nella storia della medicina e delle scienze, recentemente dei globuli rossi prodotti in laboratorio sono stati trasfusi in pazienti umani. Si tratta di una svolta importante soprattutto per il trattamento di pazienti affetti da anemia falciforme e talassemia, che necessitano in larga parte di trasfusioni periodiche. Prodotti partendo dalle cellule staminali dei donatori, i globuli rossi coltivati in vitreo costituiscono un potenziale vantaggio in termini quantitativi.



“Questa prova stimolante ed entusiasmante” sui globuli rossi prodotti in laboratorio, afferma Ashley Toyre, ricercatrice dell’Università di Bristol ed autrice dello studio, “è un enorme trampolino di lancio per la produzione di sangue dalle cellule staminali“. “È la prima volta”, spiega la dottoressa al Guardian, “che il sangue coltivato in laboratorio viene trasfuso e siamo entusiasti di vedere che le cellule si comportano bene”. Infatti, lo studio evidenzia l’assenza di effetti collaterali negativi in entrambi i pazienti che si sono sottoposti al trial clinico fino a questo momento, mentre le possibilità offerte dal sangue sintetizzato sono potenzialmente parecchie.



I vantaggi dei globuli rossi prodotti in laboratorio

Insomma, questo nuovo trial medico sul trapianto senza effetti collaterali di globuli rossi prodotti in laboratorio sembra aprire la strada a tutta una serie vantaggiosa di opportunità. Come evidenziato precedentemente, sicuramente ne potrebbero trarre vantaggio tutti i pazienti affetti da malattie come l’anemia falciforme o la talassemia ed, in generale, tutte le malattie che portano scompensi nella produzione di sangue.

I vantaggi dei globuli rossi prodotti in laboratorio, però, muoverebbero anche in una direzione diversa rispetto alle malattie. Infatti, produrre il sangue potrebbe sopperire alla carenza diffusa di donatori sani, ma anche di donatori con particolari gruppi sanguigni considerati rari (come lo 0 Rh-). Similmente, si presuppone (ma è attualmente ancora in corso di verifica) che i globuli rossi coltivati abbiano un’emivita maggiore rispetto al sangue raccolto dai donatori che ha una vita media di 120 giorni, ma varia in base all’età delle cellule sanguigne. L’effetto di quest’ultimo vantaggio è, inoltre, duplice perché oltre a permettere di allungare i tempi tra due trasfusioni in tutti i pazienti che le richiedono frequentemente, riduce anche l’accumulo di ferro nel corpo (assente nei globuli sintetizzati, ma presente nel sangue donato e che a lungo andare potrebbe creare scompensi maggiori o richiedere una rimozione).