Gmail e Google non stanno lavorando solamente per limitare lo spam che, da quando è iniziata l’emergenza coronavirus, ha raggiunto la stima di 240 milioni di e-mail fraudolente al giorno. Oltre ai tentativi di truffa e di phishing, sembra che lo spam sia anche uno strumento formidabile per divulgare le fake news che sul tema covid-19 stanno letteralmente dilagando. Una situazione da tenere sotto controllo visto che le e-mail possono aggirare filtri e preferenze che ogni utente sui social network può utilizzare per limitare la diffusione delle fake news e soprattutto per evitare il proliferare di informazioni che spesso possono essere addirittura dannose per la salute delle persone. La grande G ha dunque allestito una vera e propria task force per riuscire ad evitare il dilagare delle fake news: bloccando lo spam, il risultato è garantito. (agg. di Fabio Belli)
GMAIL E LO SPAM SUL CORONAVIRUS: PERICOLO PHISHING
I truffatori al passo coi tempi. Lo dimostrano le e-mail di phishing che Gmail si ritrova a bloccare quotidianamente. Sono quelle particolari truffe informatiche che si effettuano inviando un messaggio di posta elettronica col logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico. Si invita il destinatario a fornire dati riservati, come numero di carta di credito e password di accesso al servizio di home banking. Si motiva questa richiesta con ragioni di ordine tecnico, ma gli attacchi di phishing recenti si legano all’attualità, quindi all’emergenza coronavirus. Molte e-mail fraudolente fanno leva sulla paura degli utenti o sugli incentivi economici. Oltre a bloccare questi messaggi, gli esperti informatici di Google lavorano a stretto contatto con gli enti, come l’Oms, per impedire alle e-mail dannose di raggiungere la posta dei destinatari, garantendo così quella che viene definita una “comunicazione legittima”. L’azione di controllo viene eseguita comunque su standard normali che però sono stati implementati in questo periodo. (agg. di Silvana Palazzo)
GMAIL E LO SPAM SUL CORONAVIRUS: REPORT GOOGLE
Gmail, la popolare posta elettronica di Google, sotto attacco. È stato registrato un aumento esponenziale dello spam, la cosiddetta posta “spazzatura”. Si tratta di attacchi veri e propri ai dati sensibili degli utenti che usano il servizio di web mail più popolare al mondo. Per rendere l’idea dell’entità del fenomeno, ecco i dati: Gmail si ritrova a bloccare ogni giorno qualcosa come 100 milioni di e-mail di phishing. Tenendo conto solo dell’ultima settimana, 18 milioni di queste e-mail di malware e phishing sono relative al Covid-19. Google ha fatto sapere che sono oltre 240 milioni i messaggi di spam quotidiani legati al coronavirus, che ora diventa la realtà maggiormente al centro di cyber attacchi in questo periodo. In alcune di queste e-mail viene spacciato per mittente António Guterres, segretario generale dell’Onu, il quale nella mail spiega di avere una somma da destinare ad alcune persone “selezionate” come premio durante l’emergenza. Quindi vengono chiesti dati per ricevere il pagamento. Ma è un tentativo di truffa in cui Guterres ovviamente non è coinvolto, quindi vi suggeriamo massima attenzione.
GMAIL, ATTACCHI MALWARE E PHISHING SU CORONAVIRUS
Gli algoritmi ora sono sempre più sofisticati e permettono di respingere la quasi totalità degli attacchi. Ma non tutti, dunque, come nel caso di Gmail. E lo spiega lo stesso colosso, Google, in un post: “Si sono evoluti per comprendere e filtrare queste minacce e continuiamo a impedire a oltre il 99,9% di spam, phishing e malware di raggiungere i nostri utenti”. Google ha inoltre annunciato anche di aver collaborato con l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per chiarire l’importanza di una implementazione accelerata di Dmarc (autenticazione dei messaggi basata su dominio, report e conformità). Poi ha messo in evidenza la necessità dell’autenticazione e-mail per migliorare la sicurezza. Anche l’Oms è infatti stata inconsapevolmente coinvolta in questi attacchi di phishing e truffe via mail che usano la paura del coronavirus e la promessa di incentivi finanziari per indurre gli utenti a rispondere. Quindi, vengono usate organizzazioni governative autorevoli per distribuire malware o tentare di truffare gli utenti.