Willy Gnonto, esterno del Leeds convocato nuovamente in Nazionale maggiore da Roberto Mancini, ha parlato sulle pagine del Corriere della Sera in vista delle prossime gare in azzurro. Come all’esordio, c’è ancora un po’ di timore nei confronti del ct: “Provo la stessa sensazione. Mi ricordo quando ero piccolo all’Inter e lui allenava la prima squadra: era un idolo e non mi sarei mai aspettato di essere in Nazionale con lui”. Nonostante un po’ di paura, il commissario tecnico continua a lavorare bene con i giovani: “Lui ha dato un segnale forte, sia con me che con altri giovani. Speriamo che lo seguano molti altri”.



Ad accogliere Gnonto in occasione della prima convocazione, anche Gianluca Vialli: “Ha cercato subito di farmi sentire parte del gruppo e di darmi consigli: i momenti passati insieme e le sue parole resteranno sempre con me”. L’esterno, ora in Premier, in passato ha vestito la maglia nerazzurra: “Sarò sempre grato all’Inter, ma non la vedo come un’occasione persa. Ho dovuto fare una scelta, sono andato in Svizzera per giocare e penso di aver fatto quella giusta per me e la mia famiglia”.



Gnonto: “Non conoscevo Retegui ma…”

Questa volta, con la Nazionale italiana, ci sarà anche Retegui, che gioca in Argentina e che Roberto Mancini ha voluto in azzurro per via delle sue origini e del doppio passaporto. Gnonto, al Corriere della Sera, spiega: “Non lo conoscevo tanto, ma se è arrivato vuol dire che ha delle qualità e secondo me ha bisogno di tempo per esprimerle”. L’azzurro è infatti un traguardo importante un po’ per tutti, in primis per l’esterno del Leeds: “Mi sembra un sogno: vengo da Baveno e non mi sarei mai aspettato un giorno di arrivare in Premier o di ricevere complimenti da giocatori del genere. Vivo tutto con grande orgoglio e cerco sempre di impegnarmi per migliorare”.



I giocatori azzurri sanno che nei prossimi anni dovranno lavorare duramente per riportare l’Italia al Mondiale. Anche nel 2022, infatti, la Nazionale di Mancini non c’era: “È stato strano, anche perché non ho avuto la fortuna di vedere tanti Mondiali con l’Italia. Però la nostra storia dice che dobbiamo esserci”, dice Gnonto. La finale di Wembley, invece, il giovane azzurro l’ha vista “In piazza al mio Paese, con i miei amici davanti al maxi-schermo”. E pensare che adesso a calcare quei campi c’è proprio lui, che fino a qualche tempo fa la Nazionale la guardava in piazza.