Dopo essere stato il principale “ideologo” del patto Pd-M5s – sia con Zingaretti che poi più concretamente con Enrico Letta e Giuseppe ConteGoffredo Bettini stupisce di nuovo tutti e dalle colonne del “Foglio” ieri annuncia che martedì prossimo firmerà 3 quesiti su 6 dei referendum lanciati da Lega e Partito Radicale sul tema giustizia. «Come spinta al dibattito e all’azione concreta ho annunciato da tempo che e avrei firmato alcuni dei referendum proposti dai radicali. Lo farò martedì mattina recandomi proprio nella sede del partito radicale», scrive il principale “ideatore” del Governo Conte-2 e sostenitore della necessità di un’alleanza giallorossa permanente.



Seguendo i precedenti illustri sostenitori bipartisan (Renzi, Giachetti, Marcucci, l’ex Csm Palamara), Bettini spiega nel dettaglio anche quali quesiti intende appoggiare: «Sicuramente firmerò il referendum che riguarda la custodia cautelare. Riferendomi anche al lavoro prezioso che nel passato il ministro Orlando ha svolto su questo tema». Per l’ideologo dem è sensata anche l’abrogazione della legge Severino in materia di candidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di governo, ben prima di un accertamento definitivo di responsabilità: infine, «seppure è un tema aperto e controverso, ritengo che la separazione delle carriere nella magistratura garantisca una maggiore terzietà del giudice, nel corso del processo, determinando un equilibrio paritario tra accusa e difesa».



BETTINI E LO ‘SCHIAFFO’ A PD E M5S

Secondo Bettini, la giustizia in Italia è tutt’altro che funzionante, addirittura la ritiene non degna di una democrazia: «la riforma Cartabia non è sufficiente a guarire una giustizia malata», scrive ancora sul “Foglio” e aggiunge «siamo ancora lontani da uno Stato democratico». Serve punire fermamente i criminali e dall’altro, intima Bettini, occorre «non distruggere le persone con forme di vendetta, di sofferenza e di umiliazione». Un discorso decisamente più garantista di quanto invece emerge in molti esponenti del Movimento 5Stelle ma anche alcuni del Pd e in generale della macro-galassia del Centrosinistra. Tanto quanto aveva sottolineato il “nemico” Matteo Renzi prima di firmare anch’egli i referendum sulla giustizia, anche Bettini lancia un “monito” che sa più di “schiaffo” al suo stesso Partito Democratico: «Il Pd non può farsi superare dalla Lega sul garantismo. Non si può lasciare questo tema alla destra populista che esibiva il cappio in Parlamento: serve una svolta».

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