Del “golden power” ha parlato nel corso dell’ultima conferenza stampa Mario Draghi, definendolo uno “strumento che il governo ha per evitare la cessione di asset strategici a potenze straniere“. Adesso è Giulio Centemero, capogruppo della Lega in commissione Finanze, a schiacciare il piede sull’acceleratore e a chiedere per conto del partito di Matteo Salvini un allargamento dell’ombrello dei poteri speciali. In questo senso Centemero è apparso particolarmente fiducioso in un’intervista a formiche.net, spingendosi ad annunciare che l’auspicata estensione della normativa golden power “vedrà la luce a breve” e che è “già allo studio del governo“.



Proprio giovedì sera il premier Draghi ha comunicato che il governo ha accolto la proposta del ministro Giorgetti di fermare la vendita del 70% di un’azienda italiana di semiconduttori, la Lpe di Baranzate, alla cinese Shenzen Invenland holdings. Nelle ultime settimane, inoltre, l’esecutivo ha esercitato i poteri speciali per bloccare accordi su forniture 5G (per quanto riguarda contratti delle italiane Fastweb e Linkem con le cinesi Huawei e Zte) e fintech (sull’ingresso di Square e Tencent in Satispay), imponendo prescrizioni anziché i veti consigliati dal Copasir nel dicembre 2019 nel caso delle aziende cinesi e delle reti di quinta generazione. Proprio queste ultime sono da tempo oggetto di un’ampia discussione di chiaro stampo geopolitico, con gli Usa fermamente contrari all’utilizzo di questa tecnologia da parte dei Paesi alleati.



GOLDEN POWER, CENTEMERO: “POTERI SPECIALI PER RIBADIRE ATLANTISMO ITALIA”

In questo solco si inserisce il commento di Giulio Centemero, che giudica “positiva” la svolta del governo Draghi: “Vengono applicati i poteri speciali per proteggere i dati e per ribadire il posizionamento atlantista e filo-occidentale dell’Italia“. Centemero ha proseguito: “Mi fido delle parole del ministro Giorgetti, che quando parla è sempre misurato. E non possiamo trascurare il fatto che tutto il mondo ormai sta andando in quella direzione. Pensiamo soltanto alle applicazioni del golden power francese che si estendono alle filiali estere“. Secondo Centemero, però, “è necessario prevedere anche ulteriori principi, tra cui quello della reciprocità“.



Il golden power potrebbe tornare utile per preservare un asset come Iveco, finita nel mirino della cinese Faw, con preoccupazioni che interessano in particolare il ramo militare dell’azienda, nonostante esso risulti fuori dal perimetro delle trattative. Rispetto a questo dossier, Centemero suggerisce che “una soluzione possibile potrebbe essere simile a quella trovata su Corneliani“, in riferimento allo storico marchio vedrà garantita la sua sopravvivenza grazie ad una newco con Invitalia, che ha investito 10 milioni di euro, e con Investcorp, che ne ha messi 7. Secondo il leghista, “per partecipazioni strategiche può essere necessario l’intervento del Fondo strategico italiano, di Cdp Equity o di altri veicoli che le valorizzino al meglio“. La priorità, però, è “mettere ordine tra i vari fondi, comprendendo che oggi i fondi sovrani sono fondi strategici“. Come si allontana il rischio che un intervento dello Stato così forte possa portare a limitare gli investimenti stranieri? Centemero non ha dubbi: “Regole chiare, certezza del diritto e la necessità di seguire le regole di mercato ma con eccezioni laddove ci siano degli interessi veramente strategici. E le reti di telecomunicazioni sono un esempio eccellente, ma non l’unico settore cruciale“.