GOLDMAN SACHS, I PARTNER CONTRO IL CEO DAVID SOLOMON: ECCO PERCHE’…

Crescono l’insoddisfazione e le critiche all’interno di Goldman Sachs nei confronti di David M. Solomon, 61enne CEO di uno dei più importanti istituti d’investimento al mondo e con sede a New York: a rivelarlo, nelle ultime ore, è il ‘Wall Street Journal’ secondo cui l’oggetto del contendere sarebbe l’hobby di disc-jockey del banchiere, uno svago che da tempo non viene visto di buon occhio dai partner della banca anche perché porterebbe oramai Solomon a stare più tempo alla console e non nel suo ufficio. Una situazione che sta creando malumori sin da quando il CEO ha preso le redini di GS e introdotto uno stile manageriale non propriamente ortodosso rispetto a quanto molti si aspettavano.



In realtà la passione di David Solomon per la console e l’hobby di deejay era cosa nota: solo l’anno scorso, infatti, aveva fatto notizia la partecipazione del numero uno di Goldman Sachs all’edizione 2002 di Lollapalooza, uno dei più importanti festival musicali itineranti e punto di riferimento per i giovani di varie generazioni nel corso degli anni. Insomma, timbrato il cartellino e liberatosi da cravatta e doppiopetto, ecco che Solomon si trasforma in D-Sol, questo il suo moniker ai piatti, e da appassionato di musica dance eccolo esibirsi accanto ad artisti del calibro di Kygo, J. Cole e pure Dua Lipa. Tuttavia, il malumore dei partner dell’istituto bancario statunitense è montato negli ultimi mesi e qualcuno ha messo in discussione la leadership del CEO, senza dimenticare il fatto che sempre secondo il Wall Street Journal lo stesso Solomon avrebbe sovente assunto decisioni senza coinvolgere gli oltre 400 partner di GS.



SOLOMON, DJ PER HOBBY E MANAGER CONTESTATO: I MALUMORI NATI DA…

Insomma Solomon, oltre a essere finito nel mirino delle critiche per la sua passione per la musica dance e le console da deejay (ha anche un profilo Instagram molto seguito), sarebbe responsabile di una svolta eccessivamente verticista: malumori che ben presto sono stati spifferati da qualcuno alla stampa e che hanno messo in imbarazzo i piani alti di Goldman Sachs, istituto da sempre modello non solo per la riservatezza con cui conduce gli affari dei propri clienti ma pure le questioni interne alla stessa banca. E questo nonostante la richiesta dello stesso Solomon di arrestare questo stillicidio di indiscrezioni verso i media, segno che tra i partner c’è chi non vedrebbe di buon occhio il suo stile manageriale. Sempre secondo il più diffuso quotidiano negli States, Solomon sarebbe comunque già al lavoro per tacitare i malumori e riacquistare un po’ di consenso.



Come? L’articolo citato del WSJ parla di un possibile aumento dei bonus per il 2023 dopo che solo l’anno scorso Goldman Sachs aveva optato per un brusco taglio (circa il 40%) dei compensi straordinari da riservare ai propri banchieri d’investimento e addirittura della metà per i partner della banca. Secondo il Corriere della Sera, che tra i primi commenta questa notizia dagli USA, l’operazione era risultata indigesta ed è proprio su questo punto che si concentreranno le strategie future del CEO-dj, alle prese con il problema della crescita vertiginosa dei tassi di interesse a cui dovrà far fronte nei prossimi mesi: fino ad ora le sue scelte (tra cui la diversificazione delle attività di GS e il lancio della banca online Marcus) non hanno dato i frutti sperati e anzi hanno dato la stura alla nuova ondata di critiche di chi ha messo nel calderone pure lo stile di vita e l’hobby certamente singolare del CEO. Per adesso tuttavia Solomon può contare su uno storico a suo favore (da quando si è insediato il titolo ha guadagnato più del 50% in cinque anni) e certamente di rilievo rispetto ad altri competitor del mondo bancario: basterà per far risalire le quotazioni di D-Sol?