Aumenta il malcontento all’interno del sistema di potere di Vladimir Putin, soprattutto all’interno dell’ex Kgb, il servizio segreto da cui proviene lo stesso presidente russo, oggi Fsb. Lo rivelerebbe – stando a quanto riportato da Repubblica – un “gola profonda” dello stesso Fsb che ha inviato alcune mail all’attivista in esilio Vladimir Osechkin, fondatore del progetto gulagu.net, e citate dal Times di Londra.
Già si sapeva che l’Fsb si era detto contrario all’invasione dell’Ucraina, ma secondo Stefano Piazza, giornalista, saggista, esperto di terrorismo, “un golpe non si annuncia, ma si fa. Queste notizie che escono in maniera alquanto obliqua credo non abbiano delle fondamenta credibili”. È vero però che sono in corso delle autentiche purghe da parte di Putin all’interno del suo sistema di potere: “Almeno una ventina di funzionari dello stesso Fsb sono stati allontanati e messi in stato di accusa con motivazioni risibili, mentre da oltre dieci giorni nessuno ha più visto il ministro della Difesa. Si tratterebbe di un modo per dare la colpa a qualcuno per il fallimento di un’operazione di cui certamente Putin non si può incolpare da solo”.
Più che un golpe quindi quello che potrebbe portare al collasso dell’attuale sistema di potere a Mosca sono le sanzioni e la situazione finanziaria: “C’è anche una data precisa in cui questo potrebbe avvenire”.
Piani per un golpe contro Putin sarebbero stati resi noti da un anonimo membro del servizio di sicurezza interno russo. Che valore può avere questa notizia?
Bisogna stare attenti a confondere i nostri desideri con la realtà delle cose. Quello che sappiamo è che certamente Putin ha sottovalutato ciò cui ha dato inizio, l’invasione dell’Ucraina. Ha fatto fare dei rapporti che dovevano dire che quello che stava per ordinare era bello e giusto e che avrebbe avuto un successo incredibile. Invece si sta rendendo conto che questi report erano stati fatti non per dire la verità ma per renderlo contento, come succede in Russia per ogni cosa.
Possono essere stati fatti così appositamente per metterlo in difficoltà?
Chi può dirlo. Certamente ci vuole un bel fegato per lasciare che un Paese vada in guerra con la certezza o quasi di subire migliaia di morti per far crollare un regime, anche se la storia ci insegna che eventi simili sono accaduti. Quello che sicuramente sappiamo è che è in atto una purga all’interno dell’apparato militare e dell’intelligence. Sono almeno 25 i funzionari dell’Fsb che sono stati sospesi e accusati di ruberie, mentre due dirigenti sono stati arrestati.
È anche sparito dalla circolazione il ministro della Difesa: sono 12 giorni che Sergej Shoigu non appare in pubblico, cosa può significare?
Esatto. Sappiamo che l’Fsb era contrario alla invasione dell’Ucraina, tanto è vero che il direttore non è più nel circolo dei fedelissimi di Putin. È in corso una vera e propria caccia all’uomo, perché Putin deve dare a qualcun altro la colpa del fallimento dell’operazione, non può certo darla a se stesso.
Quindi siamo davanti solo a una resa dei conti interna?
Un golpe da che mondo è mondo non si annuncia, si fa. Queste notizie che escono in maniera alquanto obliqua credo non abbiano delle fondamenta credibili. Putin di fatto è saldamente al potere, anche se è altrettanto vero che la pancia del Cremlino, dai servizi segreti alla finanza, ha molto malumore per la situazione che si è creata. Non è escluso che qualcosa possa accadere, ma non nei termini di queste notizie. Se accadrà, accadrà quando la situazione diventerà davvero insostenibile per il sistema, ma non credo siamo ancora arrivati a questo.
In Russia ci sono diversi servizi segreti. Quanto conta l’Fsb nella struttura di potere?
L’Fsb è l’ex Kgb, il luogo da cui proviene lo stesso Putin e da dove provengono tutti i più importanti leader del sistema. Se c’è una spaccatura all’interno dell’Fsb è sicuramente un dato molto rilevante a cui Putin deve far fronte. Ma oggi, ripeto, la struttura non sta ancora crollando. C’è in realtà una data che potrebbe portare a questo crollo o quantomeno portare la Russia a rendersi conto della realtà in atto.
Sarebbe?
Il 4 aprile, quando scadrà un bond da 2 miliardi di dollari che deve essere rimborsato solo in dollari. Non è possibile infatti che questo avvenga in valuta diversa da quella di emissione. Secondo gli esperti di finanza se un pagamento viene effettuato in una valuta non prevista nei termini dell’obbligo e si ritiene che l’investitore non accetti il pagamento alternativo, potrebbe essere considerato un default. Quel giorno potrebbero esserci onde telluriche in grado di scatenare qualcosa.
Queste mail rese pubbliche ci dicono chiaramente che chi starebbe complottando contro Putin si lamenta solo delle conseguenze economiche sullo stile di vita, non sarebbe un golpe che ha a cuore la democrazia: tolto Putin se ne farebbe un altro?
Non sono affatto tra coloro che pensano che il successore di Putin, se ci sarà, sia un cavaliere bianco senza macchia e senza onta. Sarà un uomo che necessariamente proverrà dal circolo di potere di Putin, ad esempio il ministro degli Esteri, o Nikolay Patrushev, il più falco dei falchi della cerchia ristretta di Vladimir Putin. Come ho sempre detto, Putin è uno che si siede al tavolo con la pistola. Lo stesso fanno i suoi. Gente che rispetta solo i rapporti di forza ed è con la forza che si misureranno. L’uomo che vincerà questo scontro deve per forza di cose provenire da quel mondo, scordiamoci ipotesi romantiche.
Potrebbe essere un oligarca?
Non credo. Gli oligarchi faranno parte dell’operazione, perché Putin li sta danneggiando, ma non sarà uno di loro a prendere il potere. Sarà un uomo del sistema.
Rispetto al golpe del 1991, quando i nostalgici dell’Unione sovietica tentarono di togliere di mezzo Gorbaciov, che differenze ci sono oggi?
Sono contesti estremamente diversi ed epoche storiche differenti. È chiaro che se la Russia dovesse soffrire economicamente perché le sanzioni renderanno alla gente difficile anche procurarsi da mangiare, i russi comincerebbero a chiederne conto a chi li ha messi in questa situazione. Credo che però questa sia l’extrema ratio, potrebbe succedere qualcosa prima. Aspettarsi che il popolo russo si ribelli mi sembra un’ipotesi che piace a noi occidentali; io penso piuttosto a una soluzione di palazzo, una congiura come è nella storia del Cremlino. Lì dentro da sempre ci si accoltella uno con l’altro alle spalle.
(Paolo Vites)
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