GOOD OMENS SERIE “SATANISTA”? LA STAR DAVID TENNANT LA DIFENDE

Una delle serie più chiacchierate e guardate a livello mondiale su Amazon Prime Video ma non da tutti stimata per colpa di… Satana. Stiamo parlando di “Good Omens”, la serie dove una coppia formata da un angelo (Michael Scheen) e un demone (David Tennant) unisce le forze per escogitare un modo per salvare il pianeta, contestata da mesi ormai da associazioni religiose che ne vedono un programma altamente satanista. Nel 2019 la prima stagione ha subito un forte contraccolpo da parte di alcuni ambienti religiosi, con una petizione per la cancellazione dello show Bbc-Amazon Prime che sosteneva fosse «un altro passo per far apparire il satanismo normale, leggero e accettabile».



Non solo, Good Omens veniva accusata di «distruggere le barriere dell’orrore che la società ha ancora nei confronti del Diavolo». David Tennant, la superstar dello show dove interpreta Crowley (il serpente che tentò Eva nel Giardino dell’Eden), in una intervista al “Radio Times” ha difeso strenuamente la serie tv prossima alla seconda stagione: «la commedia fantasy è rispettosa delle credenze cristiane. Non è affatto uno show irreligioso. Anzi, è molto rispettoso della struttura di questo tipo di credenze religiose». Secondo l’attore britannico, l’idea che Good Omens promuova il satanismo «è una sciocchezza. Nessuno dei personaggi dell’inferno è da ammirare, sono solo un terribile gruppo di “non-entità”».



“ANTICRISTO BRAVO RAGAZZO, DIO CON VOCE DA DONNA, SATANA “NORMALE”: LE PROTESTE CONTRO GOOD OMENS

Le proteste però non si sono placate anche perché all’interno degli episodi sono diversi i passaggi dove in effetti il tema “satanico” è affrontato in maniera scherzosa, quasi giocosa: il gruppo cattolico US Foundation for a Christian Civilisation già da anni chiede la cancellazione di Good Omens in quanto all’interno Dio viene doppiato da una donna e l’Anticristo è rappresentato come «un ragazzo normale».

La serie, denuncia il gruppo conservatore, «fa luce sull’errore della verità, sul bene e sul male». Tennant risponde anche a loro e considera inutili e sciocche le contestazioni: «Dobbiamo stare molto attenti a non tornare a come erano prima degli anni Cinquanta, quando le storie che raccontavamo provenivano tutte da un unico punto di vista e le storie di alcune persone o comunità all’interno della nostra società non erano rappresentate». All’insegna dell’inclusione sempre e comunque – richiamata da Tennant quando afferma «ci si preoccupa quando le persone non possono permettersi di avere le opportunità che hanno gli altri. Non vogliamo che la storia che raccontiamo di noi stessi sia miope. Vogliamo che sia il più inclusiva possibile» – la serie satanista va più che bene (e per la libertà di parola è decisamente giusto così). Semmai ci chiediamo cosa succederebbe e quali polemiche si scatenerebbero con una serie invece sostanzialmente cattolica in un mondo come quello oggi di Hollywood tanto “politicamente corretto” quanto anti-religioso…