L’Unione Europea (UE) sembra intenzionate ad attuare una nuova stretta nei confronti delle Big Tech, ed in particolare di Google e Facebook. La Commissione Europea, infatti, ha aggiunto le due Big nella lista delle 19 aziende che operano in digitale da tenere sotto sorveglianza. Oltre a loro figurano quasi tutti i colossi digital famosi in tutto il mondo, tra Apple, Amazon, Twitter, TikTok (tutte aggiunte nell’ultima revisione), AliExpress, Zalando, Booking, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, Wikipedia, YouTube, Google Play, Maps e Shopping, oltre ai motori di ricerca di Big G e di Microsoft (ovvero Bing). Google e Facebook, in termini pratici, dovranno adeguarsi al Digital Service Act proposto dall’UE, ma cerchiamo di capire di cosa si tratti.



Google e Facebook sorvegliati speciali in UE

Ad annunciare l’aggiunta di Google e Facebook, tra gli altri, all’elenco delle aziende digital sorvegliate dall’UE è il commissario per il Mercato interno e i servizi, Thierry Breton, citato dal Corriere della Sera. Commentando la decisione, ha dichiarato che le Big Tech “dovranno cambiare i loro comportamenti, se vorranno continuare ad operare in Europa”. Nello specifico, dovranno aderire al Digital Service Act, che prevede norme soprattutto dal punto di vista della trasparenza e dall’affidabilità delle aziende che operano (anche o esclusivamente) online.



Google e Facebook, così come tutti gli altri servizi colpiti dall’UE, se non rispetteranno le normative comunitarie incorreranno in una sanzione pari al massimo al 6% del loro fatturato annuo, oppure se recidive otterranno un divieto ad operare in Europa. I punti principali del DSA sono tre e mirano alla protezione degli utenti, della loro identità e della loro privacy, specialmente se minorenni. In termini pratici, per rispettare le norme dell’UE Google e Facebook dovranno interrompere la profilazione pubblicitaria degli utenti, così come gli annunci fatti ad hoc. Dovranno poi introdurre anche misure contro la disinformazione e l’illegalità (oscurando i contenuti, dopo averli segnalati alla Commissione). Complessivamente, le aziende avranno 4 mesi per adeguarsi alle nuove norme, e le implementazioni saranno vagliate e controllate dall’UE, che deciderà se sono coerenti e sufficienti agli obbiettivi posti.

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