Google lavora ad un’IA per scoprire nuovi farmaci
L’impegno del colosso tecnologico Google, parte ora dell’azienda che si chiama Alphabet, nello sviluppo delle IA, ovvero le Intelligenze Artificiali, è innegabile e da tempo muove nelle più disparate direzioni. Particolare, tra quelle rese note, è ciò che avviene negli uffici della succursale nominata Isomorphic Labs che mira a scoprire con l’IA nuove cure e farmaci, specialmente nell’ambito delle più rare ed incurabili malattie conosciute.
Ad occuparsi di IA all’interno di Google è la consociata da afferisce ad Alphabet, DeepMind, dalla quale Isomorphic Labs è stata scorporata lo scorso novembre. A quanto si apprende da diversi media esteri, Financial Times sopra agli altri, l’azienda avrebbe anche iniziato a discutere con le case farmaceutiche i primi accordi commerciali, segnale che la loro tecnologia inizia ad essere matura al punto da permetterne la commercializzazione. Partita nel 2020 con l’obiettivo principale di trovare una cura alle malattie più rare (si parlava soprattutto della malattia di Chagas e della leishmania), nell’arco di appena 2 anni sarebbe diventata talmente tanto sviluppata da aver rivolto le sue ricerche a molte più malattie e problematiche, coprendo per ora lo spettro generale della farmacologia.
Come funziona l’IA di Google per scoprire nuovi farmaci
L’IA di Google per scoprire nuovi farmaci e terapie, insomma, sarebbe veramente prossima alla commercializzazione e nei prossimi mesi arriveranno sicuramente maggiori conferme sugli accordi, ma anche sul funzionamento della particolare IA, della quale per ora si conosce ancora poco, soprattutto in virtù segreto professionale che potrebbe portare altri attori del mercato relativo a copiarla.
Da quanto si può capire fino a questo momento, l’IA sviluppata dalla succursale di Google, Isomorphic Labs, si basa sul lavoro di DeepMind nominato AlphaFold2. Grazie a questo è possibile prevedere la forma di ogni proteina umana con una precisione che rasenta la perfezione. Da questo sarà poi possibile comprendere in modo unico la complessità dei processi biologici che regolano il corpo umano, fornendo una risposta che possa adattarsi ad ogni modello di malattia, potendosi potenzialmente adattare anche alle future patologie che verranno scoperte.