La gotta non è solo la “malattia dei ricchi”. Complice il fatto che Lorenzo de’ Medici ne era affetto, questa patologia è passata alla storia come qualcosa di arcaico, desueto e dunque di debellato. La verità è che non è mai stata così attuale e “temibile”, dal momento che una dieta ricca di proteine, al giorno d’oggi, non è più privilegio esclusivo delle persone nobili. Da un po’ di anni a questa parte, gli addetti ai lavori suggeriscono di fare prevenzione con un controllo dell’uricemia. L’impressione degli esperti, infatti, è che la gotta sia una patologia in aumento proprio perché sottovalutata. Come sottolinea il dottor Enrico Fusaro (fonte: Fondazione Veronesi), solo le donne possono stare relativamente tranquille: “Il ciclo mestruale elimina l’acido urico. Infatti dopo la menopausa c’è parità di incidenza tra donne e uomini”. Ecco dunque spiegato il luogo comune che vorrebbe la sua maggior incidenza soprattutto tra i maschi ricchi (Giulio Cesare, Carlo Magno, Luigi XIV, tanto per fare alcuni nomi). (agg. di Rossella Pastore)



GOTTA, MALATTIA LORENZO DE’ MEDICI: LA STORIA

Ci sono diverse ipotesi sulle cause della morte di Lorenzo de’ Medici. La tesi più accreditata è che, come suo padre Piero, abbia pagato le conseguenze della gotta. Pare che le sue condizioni siano peggiorate dopo il 1480. La salute cominciò lentamente a declinare: lui cercò refrigerio nelle terme toscane, ma con scarso successo. Nella primavera del 1492 ci fu il tracollo definitivo. Anche se non aveva una forma grave della malattia come quella del padre, Lorenzo Il Magnifico andò incontro alla morte in giovane età a causa della cancrena causata da un’ulcera, sottovalutata dai medici l’anno prima. Questa complicanza causò un rapido aggravamento fisico che portò poi alla morte di Lorenzo de’ Medici. La gotta è stata la malattia dei re, dei Papi e dei grandi nobili del passato. Già allora veniva considerata una malattia dell’opulenza. La gotta è infatti una malattia associata ad una dieta ricca di carni, insaccati, formaggi e dolci, un tipo di alimentazione appannaggio dei ricchi. Ma conta anche la predisposizione genetica, motivo per il quale i casi di gotta si concentravano soprattutto in alcune famiglie nobili.



GOTTA, MALATTIA LORENZO DE’ MEDICI: COS’È E SINTOMI

Per anni si riteneva che la gotta – la malattia di Lorenzo de’ Medici – fosse legata ad incontenibili appetiti sessuali, quindi colpisse chi aveva una sfrenata attività sessuale. Ma la gotta è una malattia infiammatoria acuta dovuta alla deposizione di cristalli di acido urico nel sangue. Quali sono i sintomi? Si manifesta generalmente con dolore, arrossamento e gonfiore articolare. Solitamente l’articolazione colpita è la metatarso-falangea dell’alluce, ma l’acido urico può accumularsi anche altrove. Si tratta di una malattia molto dolorosa che spesso insorge nella notte. È una malattia tipicamente dell’età adulta, non di rado risulta associata ad altre malattie come obesità, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia. La diagnosi avviene con esami di laboratorio (uricemia), invece le radiografie servono ad evidenziare eventuali danni ossei, che però risultano visibili dopo diverso tempo dall’inizio della malattia. La certezza si ha con l’esame del liquido sinoviale al microscopio: i cristalli di acido urico appaiono con la caratteristica forma ad ago.



GOTTA, MALATTIA LORENZO DE’ MEDICI: COME SI CURA OGGI

Nella fase acuta di gotta si interviene con farmaci antinfiammatori o colchina per spegnere subito l’infiammazione. Poi si cerca di mantenere normali livelli di uricemia per prevenire nuovi attacchi. Per riuscirci serve seguire un corretto stile alimentare, bevendo almeno due litri di acqua al giorno, evitando bevande alcoliche (in particolare birra), limitando carni rosse e legumi e mantenendo un peso corporeo entro i limiti. Se questo non dovesse bastare, si possono usare farmaci per ridurre i livelli di acido urico, come l’allopurinolo e il febuxostat. In passato si brancolava nel buio per le cure. Fu il filosofo John Locke nel ‘600 a intuire che pranzi fastosi fossero da bandire per mitigare la gotta, e infatti consigliava pure di ridurre il consumo di carne. Solo nell’800 però si scopre la causa della gotta, l’accumulo di acido urico nel sangue. E così si capì anche che la colchicina aveva un effetto antinfiammatorio. Solo nel dopoguerra arrivò un farmaco come l’allopurinolo per tenere sotto controllo la malattia.