In occasione del simposio di economia internazionale delle banche centrali, organizzato dalla Federal Reserve che si tiene ogni anno in America a Jackson Hole, il professore ed economista Barry Eichengreen dell’università di Berkeley ha analizzato la situazione di crisi finanziaria dei governi occidentali post pandemia, come viene riportato dal Financial Times, sostenendo che gli effetti economici non si fermeranno, ma si continueranno a verificare conseguenze negative dovute al sovraindebitamento degli stati per maggiori spese impreviste da affrontare.



In Europa, come in Usa infatti è cresciuta in maniera esponenziale la previsione di spesa in bilancio per molti settori, da quello della salute e prevenzione alla transizione energetica, fino ad arrivare a enormi budget stanziati per la difesa visto che in un’ottica di rischio geopolitico dovuto a tensioni internazionali e alla guerra russo-ucraina, molti capi di stato sono stati costretti a potenziare gli eserciti e l’acquisto di armi, oltre che a reperire fondi necessari al sostentamento delle spese per il finanziamento agli aiuti a Kiev. Uno scenario che non è sorretto da politiche fiscali adeguate, e così, in futuro potrebbero arrivare provvedimenti urgenti di riforma del sistema di tassazione, per i quali i cittadini saranno chiamati a pagare più del dovuto, per scongiurare il rischio di decrescita e fallimento.



Le previsioni degli economisti “I governi accumuleranno debiti e saranno costretti ad aumentare le tasse”

La situazione esposta dal professore Barry Eichengreen, è frutto di un approfondito studio che è stato pubblicato in un documento scritto con la cooperazione di atenei e da diversi economisti di fama internazionale. Il risultato è che le previsioni per il futuro dei governi occidentali non sono delle migliori. Questo perchè i leader politici dovendo imporre riforme e pesanti aumenti delle tasse ai cittadini, non godranno più del consenso popolare che li ha portati a vincere le elezioni. Difficile infatti, come sostiene il docente, riuscire a convincere la popolazione a pagare di più in tempi già segnati dall’inflazione dalla crisi e in un periodo di ripresa che però stenta a decollare.



Gli esperti concordano sul fatto che molto probabilmente questi cambiamenti avverranno in modo poco palese, e cioè che gli Stati nel tempo compieranno un’azione su più fronti contemporaneamente tagliando le spese per i servizi pubblici ed introducendo nuove imposte o aumentando quelle già esistenti per alcune categorie. Indubbiamente, come si sottolinea nell’intervento “Ci saranno vincitori e vinti” e conseguenze su tutti i mercati e sulle finanze individuali nel medio e lungo termine.