Un appello in video Facebook di circa 8 minuti per rivendicare la “leadership” piena di questa crisi di Governo e invitare sia gli elettori M5s (impegnati con il voto sulla Piattaforma Rousseau), sia quelli del Pd a fidarsi dell’impegno promosso in questi giorni per formare un nuovo Governo di «ampio respiro» per portare a termine le riforme necessarie per rilanciare un Paese in crisi. «L’Italia sta tornando protagonista nel mondo. Ma per farlo serve un governo forte di cui io sarò il primo responsabile», spiega il Premier incaricato nella diretta FB, «Nelle consultazioni con le forze politiche ho registrato una consonanza tra Cinque stelle, Pd e altre forze di centrosinistra sugli obiettivi da raggiungere». Il Governo Conte-bis insomma è pronto, ma manca ancora il voto di Rousseau e quindi ecco l’appello «Non mi sfuggono le ragioni di perplessità, penso agli elettori 5 Stelle. A voi ricordo che il M5S ha detto in modo sempre chiaro che, se non avesse avuto maggioranza, avrebbe lavorato con le forze disponibili a farlo portando avanti il programma. A voi dico di non tenere nel cassetto queste idee, questi sogni». Poco dopo (e non è di certo un “caso”) interviene sempre su Facebook il leader M5s Luigi Di Maio che – nello spiegare il suo personale appello sul voto di Rousseau domani – annuncia «in questa crisi abbiamo sempre guardato ai problemi delle persone e non alle poltrone. Per questo sono stato a volte anche duro in queste trattative. Ma quando il Pd ha fatto un passo indietro sul vicepremier, lo abbiamo fatto anche noi. Chiediamo che nel governo si rispetti il nostro codice etico: no condannati, sì incensurati». Cade così uno dei due “nodi” che frenavano le trattative giallorosse: ora ne resta solo uno, ma è il più “imprevedibile” visto che riguarda un voto su una piattaforma online gestita da una società privata. Come annuncia lo stesso Palazzo Chigi, alle ore 21.30 il Premier Conte incontrerà i capigruppo di LeU per dirimere la linea e il programma del futuro prossimo (probabile) Governo Conte-bis.



GOVERNO CONTE-BIS, DI MAIO CHIUDE A SALVINI

È cominciato a Palazzo Chigi il vertice congiunto tra Conte, capigruppo Pd e M5s per dirimere le linee fondamentali del “programma omogeneo” di Governo che dovrebbe portare entro le prossime 48 ore la presentazione della squadra di Ministri “giallorossa”, sempre che regga l’intento di Zingaretti e Di Maio (oltre al voto della piattaforma Rousseau) di arrivare a formare un nuovo esecutivo e chiudere così l’infinita fase di crisi di Governo. In una lunga intervista rilasciata a Class Nbc nel weekend, il leader grillino ha voluto rispondere a tono alle varie sollecitazioni giunte in questa ultima settimana dalle diverse e opposte frange politiche: «A noi è sempre stato a cuore il bene degli italiani, non siamo né di destra né di sinistra e abbiamo sempre detto, chi ci sta a portare avanti i temi per aiutare i cittadini, è il benvenuto. A noi interessano i fatti, non gli schieramenti ideologici dei partiti. Se c’è una maggioranza in parlamento per attuare il programma noi ci saremo e la garanzia è Giuseppe Conte», spiega Di Maio che chiude anche definitivamente la porta a Matteo Salvini per un “ritorno di fiamma” del Governo gialloverde «in questi giorni Salvini mi aveva proposto di fare il premier per provare a ricucire. Io credo che Conte sia il premier migliore che l’Italia possa avere in questo momento e penso che la Lega abbia avuto l’occasione di governare con noi e ha deciso di sprecare un’occasione storica». Alle frange tra i dem che reputano pericoloso allearsi con il M5s per le sue spinte anti-europeiste, Di Maio risponde secco «Penso che al di là delle differenze di stile in questo momento l’Italia abbia delle forze politiche che chiedono tutte un cambiamento all’Ue. Tutti rappresentiamo l’interesse dell’Italia. Ora, in passato qualcuno non lo ha fatto bene, speriamo che il M5S nella compagine di governo possa migliorare i risultati. Certo, nel raggiungere dei risultati a volte ci sono delle relazioni anche franche, difficili con la Ue, ma l’obiettivo è restare nell’Unione Europea e nell’euro, ma con un’Italia protagonista».



CONTE CONVOCA PD-M5S PER IL PROGRAMMA DI GOVERNO

Alle ore 17 il Premier Conte incontrerà i capigruppo di Pd e M5s convocati a Palazzo Chigi per fare il punto sul programma del nuovo Governo con ancora i cantieri in corso: i nodi restano sempre gli stessi e all’interno del Movimento 5 Stelle l’agitazione sale in vista del voto sulla Piattaforma Rousseau. Per un Paragone che voterà no, c’è un Di Stefano che darà pieno assenso all’appoggio del Conte-bis: «Ve lo dico in modo davvero chiaro: non sono affatto sereno in nessuno scenario possibile, perché ho conosciuto il Pd di governo e so cosa possa significare. Ma so anche che un futuro governo, senza il M5s, farà al 100% tutte quelle politiche che noi, invece, contrastiamo da anni. Oggi esserci è fondamentale e con un sistema elettorale proporzionale l’esserci sarà sempre condizionato da accordi pre-formazione del governo. Accordi che in questo caso ci sono e sembrano positivi. A voi quindi la scelta, la mia è di votare sì su Rousseau». Nel frattempo, Alessandro Di Battista ha incontrato questo pomeriggio Luigi Di Maio a Roma con probabile messa a fuoco delle possibili conseguenze al voto su Rousseau: «Cosa voterò? Non l’ho mai dichiarato in vita mia» ha detto ai microfoni di Fanpage.



DI MAIO “DIPENDE TUTTO DAL VOTO SU ROUSSEAU”

In mattinata avevamo spiegato come il ruolo di Di Maio e il voto s Rousseau rappresentavano gli attuali due veri nodi per le trattative di Governo Pd-M5s: ecco che, nel vertice tenuto con i parlamentari grillini, lo stesso leader ha voluto ribadire l’importanza del voto sulla piattaforma online per far partire l’esecutivo giallorosso. «La nascita del nuovo governo dipenderà dal voto degli iscritti M5s in programma domani sulla piattaforma Rousseau», avrebbe detto Di Maio a Palazzo Chigi secondo fonti interne dell’Ansa. Nel frattempo acque ancora piuttosto agitate tra Lega e M5s dopo l’uscita del vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa «Mi hanno contattato nove senatori del M5s dicendomi che loro e altri senatori e deputati non vogliono votare la fiducia a questo governo Conte e sono pronti a dire no se gli garantiamo un seggio». Secca replica da Paola Taverna, «Ci dispiace per Crippa e per la Lega che, dopo il disastro estivo di Salvini, ha cercato in tutti i modi di correre ai riparti con proposte vergognose. Stiano tranquilli, il Movimento 5 Stelle è compatto. E sicuramente non è in vendita». Mentre Zingaretti chiede in una nota al Premier Conte una svolta radicale sul tema migranti – «Torno a chiedere al presidente Conte di affrontare immediatamente la situazione delle persone bloccate in mare in condizioni di emergenza umanitaria e, ovviamente, continuiamo a chiedere che ci si prepari a una svolta radicale nelle politiche su questi temi» – è ancora Matteo Renzi ad intervenire sulla trattativa lanciano una sorta di “ultimatum” «Per l’undicesimo mese consecutivo l’attivita manifatturiera è in contrazione. Questa è l’emergenza che giustifica e impone un governo SUBITO. Non sono una verginella: conosco regole e tempi della politica. Ma ora basta: serve un Governo per evitare la recessione e aumento IVA».

I NODI ROUSSEAU E DI MAIO

Sembrano sempre più due i veri nodi che distanziano M5s e Pd dalla formazione del Conte bis: da un lato il voto su Rousseau che si terrà domani, dall’altro il ruolo che dovrà avere Di Maio nel nuovo Governo giallorosso. Questa mattina il presidente dei Senatori M5s Stefano Patuanelli, parlando a Radio1, ha sentenziato: «La piattaforma è un mezzo che un movimento politico ha deciso di dotarsi per prendere le proprie decisioni, pari ad una direzione di partito. Se dovessero prevalere i no, il presidente del Consiglio dovrà sciogliere la riserva di conseguenza: in modo negativo. Non vedo alternativa». Poco dopo le 11 è finito l’incontro a Palazzo Chigi tra Conte, Di Maio e alcuni responsabili del M5s come Alberto Bonisoli, Alessio Villarosa e Manlio Di Stefano sono usciti senza commentare: la strategia del Premier Conte è quella di arrivare ad un nuovo vertice odierno con i dem per poter presentare il programma di base sul quale poi domani gli iscritti del Movimento dovranno giudicare nel voto su Rousseau. Nel frattempo, poco dopo le ore 13 al Nazareno il Segretario Pd Zingaretti riunirà la cabina di regia per dirimere i punti chiave sul quale proseguire il dialogo di programma e Ministri con gli ex rivali grillini. Da ultimo, resta ancora il nodo Di Maio come lo ha inteso anche il Sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia: «Ritengo che Di Maio debba avere un ruolo di primo piano: è il nostro capo politico ed è giusto così». Nello stesso vertice con i parlamentari 5Stelle, il vicepremier ha espresso lodi sperticate alla sua squadra: «Questa mattina a Palazzo Chigi ho incontrato ministri, vice ministri e sottosegretari del MoVimento 5 Stelle. Un saluto alla grande squadra del MoVimento che ha governato per 14 mesi con impegno e dedizione, pensando sempre al bene dei cittadini. Comunque andrà sono orgoglioso di loro e del lavoro svolto».

GRILLO ATTACCA DI MAIO

Questa mattina proseguono (e si concludono) le consultazioni del Premier incaricato Giuseppe Conte alla Camera, iniziando la settimana forse decisiva per la nascita del Governo Pd-M5s: in agenda oggi previsto incontro con un gruppo di terremotati del Centro Italia e poi con una delegazione di persone disabili. A quel punto a fine mattinata il Premier dovrebbe riunire nuovamente i capigruppo di M5s e Pd per provare a mettere nero su bianco l’agenda definitiva dei prossimi incontri a Palazzo Chigi su programma e soprattutto squadra di Governo. Alle 13 Zingaretti riunisce la cabina di regia Pd per dirimere la linea da tenere; i nodi sono sempre gli stessi: Di Maio vicepremier, la suddivisione dei Ministeri di peso e l’eliminazione dal programma di tutti i provvedimenti della Lega di Salvini. Intanto da questa mattina si aggiunge un “problema” in più all’interno del Movimento 5 Stelle, ovvero lo strappo tra Beppe Grillo e il suo stesso leader Luigi Di Maio: dopo il video di sabato in cui “l’elevato” invitava i suoi parlamentari ad abbandonare i problemi di “posti e poltrone” per arrivare al nuovo Governo del cambiamento, oggi ancora una nota di critica lanciata dal fondatore M5s al suo leader attuale. «Una testa rivolta a Luigi, incazzata e ancora stupefatta per l’incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose», spiega in un breve intervento alla festa del Fatto Quotidiano, aggiungendo «Con i punti che raddoppiano come alla Standa… dai, è bello cambiare le cose».

I TEMPI DEL GOVERNO CONTE-BIS: DOMANI VOTO ROUSSEAU

La critica velata ma serrata di Grillo a Di Maio apre così una settimana dove ancora una volta il leader della Lega Matteo Salvini prova fino all’ultimo ad evitare la formazione di un Governo Conte-bis sostanzialmente giallorosso e di sinistra: «L’esperienza con M5S è stata rivoluzionaria almeno fino a qualche settimana fa», spiega il Ministro dell’Interno a 24mattino di Radio24, «Se poi in nome della conservazione del potere si scende a patti con il Pd e con la Boschi, facciano, io non mi permetto di entrare nel dibattito altrui. Se io dico ‘mai col Pd’ vado avanti nel nome del ‘mai col Pd’». Salvini tenta Di Maio, sempre più “in seconda linea” nelle trattative con il Pd vista la presenza forte del Premier incaricato Giuseppe Conte: la settimana dirà se questo “tentativo” della Lega avrà buon fine o se i tempi dettati dal Quirinale per la formazione del governo Conte-bis saranno rispettati. Di sicuro, domani si terrà il voto tanto discusso sulla Piattaforma Rousseau con la domanda esplicita «Sei d’accordo al governo con il Pd presieduto dal Premier Conte?». Entro domani dovrà essere pronto un sorta di “bozza” del programma negoziato tra Pd e M5s in modo da avere i documenti per poter esprimere il giudizio dal quale, conferma Di Stefano stamane, dipenderà molto della trattativa per il Conte-bis «voto Rousseau? Se va male trarremo le nostre conseguenze». Se tutto andrà secondo il crono-programma annunciato da Conte, dopo il via libera degli iscritti M5s si arriverebbe alla composizione ultimata della squadra dei ministri da presentare mercoledì sera al Quirinale; se invece quel voto boccerà la trattativa, la crisi di Governo potrebbe a quel punto riaprirsi con scenari del tutto imprevedibili..