Il governo italiano si oppone alla direttiva Ue sugli edifici, che dovrebbe rendere più efficienti, dal punto di vista energetico, case e appartamenti in Europa. Il processo decisionale a livello europeo sulle case green è ancora in corso, quindi il governo guidato dalla premier Giorgia Meloni sta cercando di guidare una coalizione contro tale proposta. Questa prevede che tutte le case e gli appartamenti debbano raggiungere almeno la classe energetica “E” dal 2030 e “D” dal 2033. Questa bozza, che secondo alcuni Paesi come Germania e Francia non si è spinta molto avanti, è stata respinta dal governo italiano.



Secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung, la causa potrebbe essere il fatto che l’Italia è molto indietro nell’isolamento degli edifici e nel riscaldamento con sistemi efficienti. Infatti, secondo l’associazione degli edili Ance, 9 dei 12,2 milioni di edifici oggi non hanno nemmeno la classificazione “E”, ma si collocano nelle ultime due classi “F” e “G”. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha annunciato su Facebook nel weekend che «si batterà contro la direttiva UE». La posizione italiana è netta: serve maggiore flessibilità, non «assurde e irrazionali» pressioni da parte di Bruxelles.



PERCHÈ ITALIA CONTRARIA A DIRETTIVA UE “CASE GREEN”

Il problema è che la ricchezza della maggior parte degli italiani si basa sul patrimonio immobiliare, quindi se questo viene declassato, si rischiano «conseguenze drammatiche». Ad esempio, l’associazione degli edili ricorda i numerosi prestiti ipotecari delle banche italiane, che potrebbero quindi trovarsi in difficoltà. Il giornale tedesco ricorda il Superbonus 110%, che ha portato a investimenti energetici per 62,5 miliardi di euro alla fine dello scorso anno, finanziati in gran parte dal piano di ricostruzione europeo. Sono stati ristrutturati circa 360mila immobili con il Superbonus, ridotto dal governo al 90%. Per gli economisti questa generosa agevolazione fiscale sta stimolando l’industria delle costruzioni e quindi la crescita economica. D’altra parte, ha anche portato a massicci aumenti dei prezzi di caldaie, sistemi solari e infissi, ad esempio. Oltre all’opposizione alla direttiva sull’edilizia, il governo Meloni si sta confrontando con l’Ue anche su altre questioni: regolamento sugli imballaggi, perché si oppone al fatto che il riciclaggio venga declassato rispetto al riuso, in cui l’Italia è in ritardo. Infine, il governo è contrario all’iniziativa irlandese di introdurre avvertenze sanitarie sulle etichette di vino e birra.

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