Dopo l’uscita del vice-Zingaretti Andrea Orlando su possibile “cambiamento di asse” nel Governo Conte-2 dopo le Elezioni Regionali, è il M5s a replicare seccamente pur dopo una batosta elettorale come quella vista ieri in Calabria ed Emilia Romagna: «Consiglio vivamente al Pd di evitare che la giusta esultanza si trasformi in bislacche fughe in avanti su ipotetiche modifiche dell’asse politico del governo», è la replica del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. A CircoMassimo su Radio Capital, Orlando aveva poi rintuzzato la polemica sul rimpasto di Governo «E’ giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l’asse politico del governo su molte questioni. Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l’attività di governo. Ad esempio, sulla questione della giustizia dovrebbe esserci una disponibilità al confronto superiore a quella che c’è stata finora». In quei “temi” richiesti il Pd mette in cima all’agenda i decreti di Salvini e la giustizia, «Assolutamente vogliamo rivedere i decreti sicurezza e trovare un accordo per una norma diversa da quella Bonafede sulla prescrizione». Per il M5s invece bisogna evitare di fare «fughe in avanti», con Di Stefano che puntualizza «non vorrei dover ricordare a tutti che gli equilibri numerici in Parlamento non sono mutati di una virgola». A provare a spegnare il “fuoco” interno al Governo ci pensa poi il Premier Giuseppe Conte, direttamente da Palazzo Chigi: «I numeri in Parlamento sono diversi rispetto alle elezioni Regionali. Rispetto a un appuntamento al quale è improprio attribuire significati nazionali […] Non vedo l’ora di incontrare le forze politiche, individuare le priorità, un cronoprogramma e un’agenda da definire nel dettaglio per il 2023. Non possiamo più permetterci smarcamenti, di piantare bandierine, la gente ci chiede azione». (agg. di Niccolò Magnani)



Elezioni Regionali 2020: Emilia Romagna (diretta); Calabria (diretta) – sondaggi e flussi di voto – Eletti Emilia Romagna (PdLegaM5sFI) – Eletti Calabria (PdLegaM5sFI)

PD DOPO REGIONALI: “NO POSTI MA TEMI NUOVI”

«Un rimpasto di governo? Non credo che si ponga questa questione, ci interessano i temi. Noi non vogliamo dei posti: vogliamo un assetto programmatico che tenga maggiormente conto dei temi delle diseguaglianze, della lotta per la transizione ecologica»: a parlare è Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, intervenuto questa mattina a La7 commentando i risultati delle Elezioni Regionali. È inevitabile che i due effetti principali del voto in Emilia Romagna – la sconfitta su filo del rasoio della Lega e il crollo del M5s – possano far riflettere su possibile prossimo rimpasto di Governo o quantomeno di un cambio deciso di influenza interna alla maggioranza. Come invece il M5s potrà “difendere” i decreti sicurezza, la revoca delle concessioni Autostrade e la prescrizione da abolire dopo la batosta presa in Calabria ed Emilia Romagna? Zingaretti ha escluso la possibilità di “cambiamenti” in termini di poltrone, ma sui temi molto potrebbe cambiare: «Nessun rimpasto ma una revisione dell’agenda di governo», spiega il capogruppo Marcucci ad Affari Italiani, e con le priorità che saranno dettate questa volta dal Pd di Zingaretti in asse con il Premier Conte sempre meno “incancellabile” dentro i contorni del Movimento 5 Stelle. (agg. di Niccolò Magnani)



RIMPASTO DI GOVERNO DOPO LE ELEZIONI REGIONALI?

Il governo tira un sospiro di sollievo grazie alla vittoria di Stefano Bonaccini alle Elezioni Regionali 2020 in Emilia Romagna. I risultati, anche quelli che riguardano il voto in Calabria, sono destinati a cambiare gli equilibri all’interno della maggioranza. Si consolida l’asse tra il premier Giuseppe Conte e il Pd, mentre il Movimento 5 Stelle rischia di scomparire. Lo spettro della spallata della Lega è stato scongiurato, ma cresce il peso dei dem. Lo capiremo dalla decisione sulla revoca della concessione ad Autostrade e sulla riforma della prescrizione, che potrebbe cambiare. Ma ci sono altri dossier su cui il Pd potrebbe rialzare la testa. Indicative in tal senso le parole di Nicola Zingaretti. «La maggioranza esce più forte, ma non dobbiamo essere pigri. Con Conte dobbiamo rilanciare l’azione di governo, e su temi concreti: tasse, lavoro e scuola. A questo Paese serve una scossa economica. La maggioranza esce rincuorata da questo avventura, ma servono meno polemiche e più concretezza», ha dichiarato il segretario del Pd nella notte.



GOVERNO, DOPO ELEZIONI REGIONALI ASSE CONTE-PD PIÙ FORTE

Non manca una frecciatina a Matteo Salvini, neanche velata, nel discorso di Nicola Zingaretti. «Ha tentato di dare una spallata. Si è voluto dare al voto un aspetto politico e questo tentativo è fallito. Salvini è bravo a raccontare i problemi, ma non ha soluzioni». Ma il segretario del Pd ha analizzato anche il flop del Movimento 5 Stelle, che ha raccolto percentuali bassissime in Calabria ed Emilia Romagna. «Non mi permetto di dire nulla al M5s, ma c’è un travaglio che è sotto gli occhi di tutti». E poi ha aggiunto: «Si sta tornando a un sistema bipolare tra due grandi campi e lo fanno su scelte politiche alternative. Come accaduto in Calabria e in Emilia Romagna si sceglie trai due principali contendenti: lo dico da alleato e non da avversario». Ma Zingaretti ha parlato anche delle Sardine: «Dobbiamo dire grazie, è giusto dirlo: è evidente che la crescita dell’affluenza sia figlia di questa scossa democratica positiva, rispetto all’aggressività della destra estremista. Grazie a questo movimento che ha aiutato la democrazia italiana ad essere più forte».

GOVERNO, ZINGARETTI: “TRAVAGLIO M5S È EVIDENTE”

Fonti di Palazzo Chigi dopo il voto per le regionali intanto fanno sapere che il governo ora continua nella sua azione per rilanciare il Paese. Il premier Giuseppe Conte, spiegano le stesse fonti, sta lavorando sull’agenda di governo. In attesa dei dati definitivi, dopo i quali ci sarà un commento, trapela soddisfazione dalla presidenza del Consiglio anche per l’affluenza alta che è stata registrata. Intanto i dem premono: «Il Pd è tornato ad essere il principale interlocutore. Ed è straordinario perché abbiamo subito due scissioni», ha dichiarato Nicola Zingaretti. Il crollo del 4 marzo è dunque alle spalle. «Siamo molto contenti dei risultati del Partito democratico. Salvini ha perso le elezioni: chiedeva un voto per dare una spallata al governo, invece il Pd è il pilastro fondamentale di un campo di forze attorno al quale costruire un’alternativa alle destre che vede la Lega come una forza estremista».