Sono ore di forte tensione in Parlamento per l’attesa della formazione di un nuovo Governo con Mario Draghi Presidente incaricato alla guida: dopo l’appoggio di Berlusconi e Salvini, l’appello del Quirinale ad un esecutivo di unità nazionale ha preso piede scostandosi dall’ipotesi iniziale di una maggioranza di Centrosinistra “simile” al Conte-bis. Ma è il “nodo” M5s che ancora tiene in sospeso la salita al Quirinale del Premier incaricato: doveva tenersi oggi e domani il voto su Rousseau per tutti gli iscritti grillini sull’appoggio o meno al Governo Draghi, ma l’intervento in extremis del garante Beppe Grillo ha sospeso il tutto aumentando le forti tensioni nella base pentastellata tutt’altro che convinta di sostenere l’ex Governatore BCE.
Osservando però i numeri delle forze in Parlamento che potrebbero votare la fiducia e sostenere il nuovo esecutivo di Mario Draghi, non per forza i voti del M5s – pur rimanendo indiscutibilmente la prima forza di maggioranza relativa alla Camera e al Senato – sarebbero oggi determinanti. Non considerando i voti dei senatori a vita, questi i numeri delle principali forze al momento in Parlamento – considerando che i 33 deputati e 19 senatori di Fratelli d’Italia sono gli unici al momento certi di essere all’opposizione dopo la linea ribadita ieri da Giorgia Meloni (anche se non ha escluso per alcuni provvedimenti l’astensione o il voto comune al Governo):
– M5s: 191 deputati, 92 senatori
– Lega: 131 deputati, 63 senatori
– Pd: 93 deputati, 35 senatori
– Forza Italia: 91 deputati, 52 senatori
– Italia Viva Renzi: 28 deputati, 18 senatori
– LeU: 6 senatori e 12 deputati (compresi quelli di Sinistra Italiana che al momento hanno sospeso la loro decisione sul Governo Draghi)
I NUMERI ALLA CAMERA E AL SENATO
Ebbene i numeri che potrebbe avere Mario Draghi in Parlamento ad oggi vedrebbero due situazioni comunque “tranquille” sia alla Camera che al Senato, ben più di quanto non avrebbe avuto dalla sua parte l’eventuale Governo Conte-3 con Centrosinistra senza Renzi ma con responsabili-centristi. Gli scenari vedono al momento sicuri con Mario Draghi Pd, Italia Viva, Forza Italia, Lega e pattuglia di autonomisti, centristi, Azione-+Europa e parte del Gruppo Misto: M5s in attesa (e a rischio “scissione” in qualsiasi posizione si dovesse schierare dopo il voto su Rousseau), così come parte di LeU, mentre Meloni convinta all’opposizione.
Prendendo dunque il caso più estremo (su dati YouTrend-Cattaneo Zanetto & Co), quello per cui nessun parlamentare grillino dovesse votare la fiducia a Draghi (cosa alquanto inverosimile visto che una buona parte del Movimento si dice convinta dall’appoggio dato da Grillo e Di Maio al professore incaricato) comunque il Governo Draghi rimarrebbe in piena maggioranza: alla Camera lo scenario vedrebbe 400 seggi in dote, con la maggioranza minima che si fermerebbe a 315, dunque ben 85 seggi di “margine” a favore del Premier incaricato. Al Senato invece la maggioranza minima fissata è 158 e il Governo Draghi – pure senza il Movimento 5 Stelle – prenderebbe 199 voti tra Salvini, Berlusconi, Renzi, Zingaretti e parte di Liberi e Uguali, la componente di Roberto Speranza.