Primo giorno di consultazioni, secondo giorno per il totoministri del Governo tecnico di Mario Draghi: sembra ancora prematuro che il Presidente incaricato presenti già la lista pronta ai partiti che riceverà alla Camera, ma sul suo taccuino sono già diverse le “interpretazioni” e retroscena che tendono a ricostruirne il contenuto. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera e dall’Ansa, salirebbero le quotazioni di Raffaele Cantone o Sabino Cassese al ruolo di Ministro della Giustizia in alternativa a Paola Severino e Marta Cartabia.



Poltrona sempre importantissima quella del MEF, sempre che Draghi non intenda ricoprirla da sé medesimo: in discesa Panetta – per i motivi che spieghiamo qui sotto – mentre restano probabili Lucrezia Reichlin (docente della London Business School) o lo stesso Carlo Cottarelli. Come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio invece la partita è più complessa dato che potrebbe anche esserci la possibilità di un Governo aperto anche ad alcuni politici, ma su questo resteranno decisive le Consultazioni per capire la “cornice” entro la quale si muoverà il prossimo esecutivo Draghi. In corsa dunque Eugenio Sgriccia, suo ex collaboratore alla BCE, ma non si escludono nomi attorno al PD o addirittura Giancarlo Giorgetti qualora vi sia un appoggio concreto (o esterno) della Lega.



aLE “CARTE” MIOZZO, BIANCHI E BOERI

Ai già citati totoministri, nel corso della giornata si aggiungono diversi retroscena dai “palazzi” per documentare le “liste” di nomi in gravitazione sul neo-nato Governo Draghi: come ha spiegato il Presidente del Consiglio incaricato al Quirinale, nelle prossime ore cominceranno le consultazioni con tutti i partiti e solo dopo ci sarà l’eventuale scioglimento della riserva e la conseguente presentazione della lista di ministri al Capo dello Stato. Ma veniamo alle “indiscrezioni”, con la sempre più crescente sensazione che difficilmente si vedranno personalità strettamente legate alla politica: il nome di Panetta resta in auge, anche se le quotazioni paiono in ribasso visto l’importanza che Draghi considera per il ruolo giocato dal membro del board BCE, oltre al fatto che lo stesso Premier incaricato ritiene difficile che l’Italia riottenga un altro ruolo di rilievo in quel consesso.



In alternativa, potrebbe anche rimanere il MEF in delega al Presidente del Consiglio, di certo tra i massimi economisti presenti in Italia e non solo: salgono le quotazioni nel totoministri del Governo tecnico il nome di Tito Boeri (ex Inps) come Ministro del lavoro, Enrico Giovannini all’Ambiente e Elisabetta Belloni (manager influente della Farnesina) agli Esteri. Per Marta Cartabia la “carta” da giocare potrebbe essere o alla Giustizia o addirittura al Viminale, con possibile Guardasigilli in quel caso che andrebbe a Sabino Cassese (anche lui ex Consulta). Il prossimo ministro dell’Istruzione potrebbe essere invece Patrizio Bianchi, docente dell’Università di Ferrara ed ex capo della task force del Ministero, mentre “impazzano” i nomi sulla Salute, dicastero molto delicato vista l’emergenza sanitaria. Emersi i nomi di Ilaria Capua e Andrea Crisanti, ma difficilmente Draghi propenderà per la strada “mediatica”: salgono così le quotazioni di Agostino Miozzo, Protezione Civile e coordinatore nazionale del Comitato Tecnico Scientifico.

GOVERNO DRAGHI: LA LISTA DEI NOMI

Sta per nascere il Governo tecnico di Mario Draghi: ad annunciarlo ieri sera il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la convocazione fissata per oggi alle 12 al Quirinale. A quel punto scatteranno le consultazioni dell’ex Governatore BCE con tutti i partiti, ai quali presenterà programma e possibile squadra di Governo: il totoministri nel giro di 12 ore è passato da ipotizzare gli scenari del Conte-ter a considerare la prossima squadra del Governo Draghi con un “dubbio” fondamentale che andrà sciolto nei prossimi giorni. Saranno solo tecnici o vi saranno anche personalità della politica a sostenere a Palazzo Chigi – qualora vi siano i numeri in Parlamento – il nuovo Presidente del Consiglio?

Mattarella ha lasciato scegliere a Draghi la “formula” da adottare e forse già oggi dopo l’incarico al Quirinale ne sapremo di più in merito: secondo Renzi (che ‘sfotte’ Conte) «è il tempo dei costruttori, noi ci siamo», per Salvini «no pregiudizi su Draghi ma orizzonte è il voto», la Meloni «non serve essere nel Governo per votare provvedimenti utili per il Paese», Berlusconi «bene il Governo dei migliori» e poi Pd e M5s che ancora devono sciogliere le proprie riserve. I partiti fanno intendere le proprie tattiche ma è evidente che arriveranno ad una decisione ultima solo nelle consultazioni con Draghi davanti a programmi e soprattutto nomi dei Ministri.

IL TOTOMINISTRI: TECNICI O POLITICI?

E dunque si ritorna al “totoministri” che affolleranno quotidiani e retroscena nei prossimi giorni, almeno fino all’eventuale giuramento al Quirinale: i nomi che circolano ormai da giorni vedono Marta Cartabia e Carlo Cottarelli come potenziali nuovi incaricati ad entrare nel Governo “di alto profilo”. L’ex Presidente della Consulta potrebbe prendere il posto di Bonafede alla Giustizia, in alternativa è pronta Paola Severino che già ricoprì il ruolo di Guardasigilli nel precedente Governo tecnico, quello guidato da Mario Monti nel 2011; per l’ex Commissario alla Spending Review Cottarelli invece la poltrona ambita è quella di Ministro dell’Economia, in alternativa Fabio Panetta autorevole membro del board BCE oltre che ex direttore generale della Banca d’Italia. Unica conferma del Governo Conte potrebbe essere Luciana Lamorgese all’Interno, mentre per delicato ruolo della Salute nel pieno dell’emergenza Covid il nome che circola è quello della virologa Ilaria Capua (con un passato tra le file del Pd), attuale direttrice dell’UF One Health Center presso l’Università della Florida.

Altri “totoministri” potrebbero essere Enrico Giovannini allo Sviluppo Economico, già Ministro del Lavoro nel Governo Letta, mentre Roberto Cingolani (responsabile dell’Innovazione tecnologica di Leonardo) viene visto come possibile nuovo Ministro dell’Innovazione: questi ultimi due nomi facevano già parte della “commissione Colao”, naufragata la scorsa estate dopo l’incarico ricevuto dal Premier Conte e mai fino in fondo ascoltata dal Governo giallorosso. Anche per questo motivo, non è da escludere un posto nella squadra di Draghi proprio per l’ex manager di Vodafone Vittorio Colao.