Secondo Maria Rita Gismondo, direttore del reparto di microbiologia clinica dell’Ospedale Sacco di Milano, “i vaccini attualmente in uso (Pfizer e Moderna, ndr) sono inutili in questa fase”. Sono cioè troppo vecchi per le nuove varianti, in particolare Omicron, che è quella che da tempo colpisce il nostro paese, ma anche il resto del mondo.
“È vero, è così” ci ha detto in questa intervista Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, “difatti si stanno approntando nuovi vaccini specificamente pensati per Omicron che sono già in fase avanzata di sperimentazione”. Inutile quindi adesso sottoporsi a una quarta dose, quando arriveranno in ottobre vaccini aggiornati, ci ha detto ancora.
È d’accordo con quanti dicono che i vaccini attualmente a disposizione sono superati e pertanto non possono essere utili contro la variante Omicron?
Sì, condivido queste affermazioni. In questo momento non abbiamo un vaccino specifico contro la variante Omicron, lo avremo presto, sono già in fase avanzata di sperimentazione nuovi vaccini ritagliati su Omicron. Probabilmente ci saranno anche vaccini che saranno in grado di agire contro le varianti precedenti tipo la Delta e ovviamente Omicron. Questa potrebbe essere una delle strategie per il futuro.
Questo significa che è inutile sottoporsi a una quarta dose fino a quando non ci saranno nuovi vaccini?
Fortunatamente siamo in una situazione di non allarme sanitario, anzi le cose procedono lentamente verso una situazione di maggior controllo. Ma mi sembra inutile oggi proporre una quarta dose per poi riproporne un’altra a ottobre.
Nei mesi autunnali, con i nuovi vaccini, saremo sottoposti a un richiamo?
Sì, sarà il momento in cui sicuramente le persone fragili o di età elevata dovranno fare un richiamo in previsione dell’inverno con vaccini il più aggiornati possibile o che comunque danno le maggiori garanzie di difendere dalle varianti in circolazione.
È corretto dire che in realtà forniscono solo un modesto incremento della protezione contro l’infezione e contro il Covid-19?
Certo. Il vaccinando aumenta la concentrazione degli anticorpi e si ha comunque un beneficio che però per questi virus è transitorio.
In che senso?
Anche prima di questa pandemia esistevano dei Coronavirus che procuravano il raffreddore e i vaccini davano un’immunità che non durava più di un anno. È tipico dei Coronavirus indurre una immunità transitoria. In questa situazione la gestione dei vaccini deve essere molto attenta. Se è vero che non in tutti i casi ci hanno protetto dall’infezione, è vero che ci hanno salvato dalla malattia grave.
Ogni giorno però il bollettino dell’Istituto superiore di sanità cita casi di persone decedute superiori alle cento unità, che non è poco. La gente quindi continua a morire?
Si muore con il Covid, non per il Covid.
Cioè?
Oggi gli ospedali sono aperti a ogni tipo di ricovero. Se un paziente viene sottoposto a un’operazione può infettarsi di Covid, anzi spesso è proprio così: chi è grave e fa un intervento chirurgico e va in rianimazione si può infettare. La contabilità di questi infettati va a finire nel Covid e se c’è un decesso viene contato tra i deceduti per Covid. Andrebbe rivista questo tipo di contabilità: più volte ho chiesto che l’Iss faccia un’analisi attenta dei decessi.
Allora i numeri che vediamo…
Sono quasi certo che non sono tutti casi di decessi Covid. Alcuni certamente sì, perché è un’infezione respiratoria e si comporta come la stessa influenza, che quando circola in maniera molto attiva aumenta la mortalità di chi soffre di altre malattie. Però che ci siano oltre cento decessi al giorno per Covid, sono cifre che non prenderei per oro colato.
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