GOVERNO FRANCIA: LE MOSSE DI MACRON
Per far uscire la Francia da una situazione di stallo politico il presidente Emmanuel Macron era arrivato a valutare anche l’ipotesi di un premier tecnico: Thierry Beaudet, che attualmente ricopre il ruolo di presidente del Consiglio economico, sociale e ambientale (Cese), simile al Cnel italiano. L’ipotesi è poi tramontata, infatti lo stesso entourage del capo dello Stato fa sapere che si continua a «testare le ipotesi di Xavier Bertrand e Bernard Cazeneuve».
Stando a quanto riportato dall’AFP, Macron ha discusso della nomina di Bertrand con la destra questa mattina a Matignon. In particolare, con il presidente del Senato Gérard Larcher, il presidente del gruppo di destra al Senato Bruno Retailleau e Laurent Wauquiez, capo del gruppo parlamentare della Destra repubblicana.
Questi gli hanno assicurato che non si opporranno, hanno riferito fonti di Les Republicains all’AFP, ma hanno fissato due condizioni: deve guardarsi attorno per verificare che la nomina di Bertrand non riceva una maggioranza di censura contraria e che si faccia anche carico del patto legislativo presentato dai repubblicani. L’entourage del presidente però non ha indicato se la strada discussa è quella favorita.
CIOTTI: “INSULTATI 11 MILIONI DI ELETTORI”
Intanto, il presidente di Les Républicains, Éric Ciotti, ha annunciato battaglia: «Il gruppo dell’UDR all’Assemblea Nazionale censurerà ovviamente qualsiasi governo guidato da Xavier Bertrand». Poi ha attacco direttamente il presidente: «È arrivato a chiedere un voto comunista per bloccare l’Unione delle Destre, insultando 11 milioni di elettori».
L’Agence France-Presse aggiunge che il Rassemblement National promette la censura se Xavier Bertrand diventerà primo ministro: accetterebbe un governo tecnico solo introducendo la rappresentanza proporzionale come sistema di voto per le elezioni legislative prima di una nuova dissoluzione tra un anno.
Nel frattempo, a conferma del clima incandescente, la deputata Clémence Guetté di La France insoumise si è rallegrata sui social delle quasi 200mila firme alla petizione per l’impeachment di Macron, alle prese con negoziati finali in totale confusione per cercare il successore di Gabriel Attal.
DALL’IDEA BEAUDET A BERTRAND
Quella del capo dello Stato appare come una scommessa per provare a rompere questa situazione di stallo che si è creata dopo le elezioni parlamentari pensando a una persona che ha dedicato la sua carriera al sociale e alla previdenza. Ad esempio, aveva pensato a Beaudet che pure aveva aspramente criticato lo scioglimento del Parlamento e si era pronunciato per l’eutanasia e contro la legge sull’immigrazione, prendendo parte anche ad alcune manifestazioni in piazza.
Nessuno metteva in discussione credibilità e competenza, ma latita in esperienza politica, quella che serve ad esempio nell’immediato per trovare una maggioranza. Ora cresce l’ipotesi Bertrand, che è presidente della Regione dell’Alta Francia ed è stato ministro della Salute con Jacques Chirac, due volte ministro del Lavoro con Nicolas Sarkozy; inoltre, dai primi anni Duemila al 2012 è stato membro della loggia del Grande Oriente francese, poi ha dato le dimissioni.