Il governo Meloni lavora per reintrodurre l’energia nucleare in Italia: lo rivela Bloomberg, spiegando che si sta provando a lanciare una nuova società per la costruzione di piccoli reattori nucleari. Stando a quanto riferito da persone che sono a conoscenza di questo dossier, sarebbero in corso dei colloqui in una fase preliminare con Ansaldo Nucleare, Enel e Newcleo per sviluppare il piano. Si tratterebbe di una svolta storica per il Paese, visto che l’energia nucleare è stata vietata per decenni.
Segnali erano stati lanciati anche da Adolfo Urso in occasione dell’ultima edizione del Forum Ambrosetti: pur senza citare le società che sarebbero potenzialmente coinvolte, ha confermato che l’esecutivo sta provando a creare una nuova società, che comprenda una partnership tecnologica straniera, per far sì che in Italia si possa tornare a produrre energia nucleare avanzata a breve.
I soggetti cui ha fatto riferimento Bloomberg sono Ansaldo Nucleare, che fa parte di Ansaldo Energia, a sua volta partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, e Newcleo, ma loro si aggiungerebbe Enel, in qualità di colosso energetico statale (partecipato anche questo dal ministero dell’Economia).
ENERGIA NUCLEARE, IL PIANO DEL GOVERNO
Per quanto riguarda la scelta del partner internazionale, niente è ancora deciso, infatti le discussioni con le società sono in corso e non è stata fatta alcuna scelta definitiva, hanno assicurato a Bloomberg le fonti rimaste anonime in quanto i dettagli su tale dossier non sono pubblici. Invece, la società Ansaldo in una nota ha confermato la volontà di collaborare «alla produzione di energia a basso costo, programmabile e rispettosa dell’ambiente» in Italia, invece non è arrivato alcun commento finora da Enel e Newcleo.
C’è un altro filone da tener presente ed è quello che riguarda il quadro normativo, che il ministro dell’Energia Gilberto Pichetto Fratin sta cercando di riordinare. Infatti, è al lavoro per arrivare a una legge che consenta il ritorno dell’energia nucleare ma moderna, alla luce delle nuove tecnologie a disposizione.
In parallelo, il governo accelera per un maggior coinvolgimento della componente italiana. A ciò si aggiunge il lavoro per un riordino del quadro normativo.
I SEGNALI DI NEWCLEO
Recentemente sul tema è intervenuto proprio il fondatore di Newcleo, Stefano Buono, spiegando a La Stampa che l’Italia, anche se è rimasta indietro in questo settore, può rimediare, ma ha anche confermato l’esistenza di un progetto per sbloccare la procedura per la costruzione dei reattori. D’altra parte, si aspetta che il governo faccia chiarezza sulla strategia nazionale sull’energia nucleare e arrivi a una riforma dell’Isin, ente regolatore che può sbloccare le procedure sopracitate.
I tre soggetti citati da Bloomberg tra l’altro stanno già collaborando tra loro, infatti Buono ha parlato di una partnership che può regalare frutti buoni anche nei prossimi anni. Di sicuro, lo scoglio maggiore è rappresentato dalla “resistenza” dell’opinione pubblica, legata secondo Buono anche a una «narrativa del passato»; i nuovi reattori non solo non sono più esposti a incidenti come quelli di Chernobyl e Fukushima, ma sono anche il sistema che garantisce maggiore sicurezza per produrre energia elettrica.