GOVERNO MELONI OTTIENE LA FIDUCIA ALLA CAMERA CON 235 VOTI FAVOREVOLI
Dopo una giornata intensa, il Governo Meloni ottiene il suo primo voto di fiducia alla Camera dei Deputati: al discorso – e alla sua replica nel pomeriggio – della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, hanno risposto i voti diretti dei deputati intervenuti al completo a Montecitorio. Dei 237 seggi guadagnati con i risultati delle Elezioni Politiche del 25 settembre, un mese esatto dopo il Centrodestra composto da FdI-Lega-FI-NM ottiene alla Camera 235 Sì, 154 contrari e 5 astenuti: va tenuto conto però che vi erano oggi alla Camera 394 presenti, con 6 assenti; votanti sono stati 389, con la maggioranza richiesta che era fissata a 195. Con questo ampio risultato il Governo Meloni incassa legittimamente la fiducia del primo ramo del Parlamento.
Appuntamento a questo punto per la giornata di domani mercoledì 26 ottobre 2022 con il secondo voto di fiducia al Senato: la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si presenterà alle ore 13 a Palazzo Madama per illustrare il discorso programmatico. Seguirà la discussione generale, con la replica del Premier e le successive dichiarazioni di voto: con presenti 200 senatori è immaginabile che le operazioni di votazione saranno molto più brevi che alla Camera. Occhi tutti puntati sull’intervento atteso di Silvio Berlusconi, dopo i ben noti “scontri” con la Premier Meloni prima della formazione del Governo.
INIZIATO IL VOTO DI FIDUCIA ALLA CAMERA PER IL GOVERNO MELONI: GLI INTERVENTI DI PD, M5S E TERZO POLO
Alle ore 19.30 è cominciata la prima chiama alla Camera per il voto di fiducia del Governo Meloni: dopo il discorso e la replica della Presidente del Consiglio, sono intervenute le opposizioni con le dichiarazioni di voto contrarie al Centrodestra. Atteso il risultato della fiducia attorno alle ore 20.30 con lo scontato via libera al Governo Meloni: la coalizione FdI-Lega-FI-NM si avvale anche del Movimento Animalista, mentre ci sarà astensione della SVP e di SudChiamaNord. Il numero da guardare è 237 ma si potrebbe anche superare tale soglia dopo le ultime dichiarazioni di voto: ecco qui sotto invece chi si pone con fermezza all’opposizione del Governo Meloni alla Camera (e domani anche al Senato).
– Richetti (TERZO POLO): «Se le premesse fondamentali delle sue dichiarazioni saranno rispettate le nostre proposte non mancheranno, per esempio sul credito d’imposta. La nostra posizione è molto netta: se guarderete in faccia la realtà, troverete un’opposizione che cercherà di migliorare le vostre proposte. Se continuerete come in campagna elettorale allora troverete un’opposizione che userà ogni mezzo consentito per bloccare l’azione di governo».
– Conte (M5S): «pronti a denunciare le vostre incongruenze e inadeguatezze, ma non raggiungeremo mai i livelli di ‘compostezza’ raggiunti da lei in pandemia. La nostra opposizione sarà solida e puntuale, ancorata ai bisogni dei cittadini e per questo sarà implacabile e intransigente».
– Letta (PD): «Non abbiamo capito cosa succederà alle bollette degli italiani, sul tema del disaccoppiamento e sul tetto del gas non abbiamo capito cosa succederà. Non abbiamo capito nulla di cosa sarà la legge di bilancio. Quello che ci spaventa è la concretezza e non l’identità. Ci spaventa la concretezza dove l’abbiamo vista nel suo discorso, nel passaggio da brividi che ho sentito sul Covid e sulla salute. Siamo orgogliosi di avere nel nostro gruppo il ministro Roberto Speranza».
LA REPLICA DEL PREMIER MELONI VERSO IL VOTO DI FIDUCIA ALLA CAMERA
Chiusa la discussine generale, prende parola ancora la Premier Giorgia Meloni per la replica in vista del voto di fiducia alla Camera: «Grazie a chi è intervenuto, ogni parere per noi è prezioso», introduce il Presidente del Consiglio replicando a molti degli interventi giunti dalle opposizioni (non con pochi momenti di scambi decisi tra i banchi del Governo e quello di Pd, M5s e Sinistra Italiana). «È stato detto che non abbiamo votato il PNRR. Noi abbiamo sostenuto le emissioni di debito comune», sostiene la Premier Meloni aggiungendo «Sul PNRR ci siamo astenuti poiché il testo era arrivato un’ora prima della discussione in parlamento. Non ero d’accordo quando si diceva che col PNRR erano soldi gratuiti dal celo. Ma non abbiamo mai votato contro il PNRR». Sul fronte Reddito di Cittadinanza, il discorso della leader del Governo si sofferma sulla differenza tra la proposta del Governo (e di parte delle opposizioni, fronte Terzo Polo) e quello degli esecutivi passati: «Ho sentito dire che consideriamo colpevoli i percettori del reddito di cittadinanza e che loro sono un problema. Io non li ho mai considerati un problema, è un problema chi li teneva in povertà pur di fare cassa elettorale. Chi si trova in posizione di povertà non deve sopravvivere. Deve ambire, con l’aiuto dello stato, a diventare benestante».
Rispondendo alla critica della deputata Serracchiani (Pd) in merito al ruolo della donna, la Premier Meloni sottolinea «lei ha detto che voglio le donne dietro agli uomini. Mi guardi onorevole, le sembra che io sto un passo dietro gli uomini? È una sconfitta che una donna debba rinunciare di avere un bambino per lavorare. Io chiedo libertà per le donne». Affrontando il tema della scuola pubblica, il Governo Meloni si intesa la proposta di aumentare merito e allo stesso tempo garantire le uguaglianze in partenza: «Merito e uguaglianza sono fratelli. Voglio una nazione dove si decide in base al proprio valore e non ad amicizie e parenti». Meloni difende poi la fattibilità della Flat Tax – «Dite che la tassa piatta sia incostituzionale. La tassa piatta per gli ultramilionari stranieri la ha introdotta il PD» – e anche la posizione europeista del nostro Paese, «il principio è scandito nei trattati europei ed è la sussidiarietà, non faccia Bruxelles quello che può fare Roma e non faccia Roma da sola quello che compete a Bruxelles. Sull’Europa abbiamo cambiato idea noi o per anni è stato raccontato il “mostro” che eravamo per screditarci?». Critica diretta al Pd quando la Premier Meloni afferma «si cita sempre Orban, ma il comportamento della Germania di queste settimane sull’energia come lo chiamiamo? Davvero quello è europeismè? […] Quartapelle, io non farò mai la cheerleader di nessuno, non devo scegliere tra Orban e Macron. Io ho scelto l’interesse dell’Italia».
I PUNTI CARDINE DEL GOVERNO NEL DISCORSO DI GIORGIA MELONI. VOTO DI FIDUCIA ALLE 19
70 minuti di discorso per lanciare la sfida ai prossimi 5 anni di Governo: Giorgia Meloni otterrà la fiducia della Camera questa sera dopo un discorso fortemente politico, in più passaggi emozionante e “grintoso”, ma anche ricco di spunti su praticamente tutti i temi politici-economici del momento. Gas, contorno atlantico, bollette, lavoro, imprese, pensioni, famiglia e diritti: “l’underdog” della politica, come si è definita Giorgia Meloni al termine dell’intervento alla Camera, scommette su dare «una nazione migliore agli italiani». Non con l’estremismo di destra ma con il conservatorismo europeo. In punti potremmo riassumere così il lunghissimo discorso della Premier alla Camera:
– «Tregua fiscale per cittadini e imprese e lotta all’evasione»
– «All’Italia serve semipresidenzialismo alla francese»
– «Reddito di cittadinanza? Una sconfitta per tutti»
– «Mai avuto simpatia per fascismo».
– «Sento peso di essere la prima donna premier»
– «Stato sia sussidiario… Non disturbare chi vuole fare»
– «Flat tax da estendere. Pensioni, rinnovo delle misure in scadenza a fine anno»
– «Con l’Ucraina e contro i regimi antidemocratici come la Russia di Putin»
Il tutto con una chiosa al discorso che pone la neo-Premier Giorgia Meloni nella continuità ma anche diversità rispetto agli ultimi Governo di Centrosinistra: «Solo la prima donna, non vengo da contesti familiari o amicizie importanti, vengo da una storia politica relegata ai margini. Sono un underdog, voglio stravolgere i pronostici. State certi, che non getteremo la spugna e non tradiremo». Citando Papa San Giovanni Paolo II, Meloni ha concluso il discorso alla Camera: «Nel giorno in cui il nostro Governo ha giurato nelle mani del Capo dello Stato, ricorreva la memoria liturgica di Giovanni Paolo II. Un Pontefice, uno statista, un santo, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente. Mi ha insegnato una cosa fondamentale, della quale ho sempre fatto tesoro. “La libertà” diceva “non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”. Io sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare ciò che devo». Sospesa seduta, riprenderà alle ore 13 con le dichiarazioni di voto e la replica del Premier: alle 19 il primo voto di fiducia su chiama nominale. Qui il testo integrale del discorso di Giorgia Meloni alla Camera
DIRETTA VIDEO CAMERA: LA PRIMA PARTE DEL DISCORSO DI GIORGIA MELONI ALLA CAMERA
«Chi dall’estero vuole vigilare sull’Italia non manca di rispetto a me, ma al popolo italiano, che non ha lezioni da prende»: lo ha detto la Premier Giorgia Meloni nel suo primo discorso alla Camera per il voto di fiducia da ottenere in serata. Commossa soprattutto all’inizio del suo intervento quando ha ricordato le grandi donne della storia d’Italia, promettendo all’Aula lo stesso impegno per il bene del Paese. «Grazie al mio predecessore Draghi che ha assicurato la sua disponibilità in ambito nazionale e internazionale», ha detto all’inizio del suo discorso il Presidente del Consiglio, che legge in più parti ma che interrompe anche per locuzioni “a braccio”. «Tra i grandi pesi che gravano su di me c’è quello di essere la prima donna a capo di questa Nazione», spiega Meloni citando i nomi delle donne che hanno fatto grande l’Italia, «Grazie alle donne che hanno costruito la scala che permette me di rompere il tetto di cristallo. Donne che hanno osato per amore o per passione. Grazie ad Alfonsina, che pedalò contro il vento del pregiudizio. Grazie a Grazie, che spalancò le porte dell’istruzione. Grazie a Tilde, Ilaria, Grazia, Samanta, Chiara. Grazie».
Giorgia Meloni rivendica alla Camera il Governo pienamente politico per rilanciare il Paese nel periodo forse più difficile della storia europea dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: «Libereremo le migliori energie della nazione. E se scontenteremo alcuni potentati non ci faremo indietro. Il coraggio non ci manca», afferma la Premier ribadendo in più passaggi di essere «nel pieno di una tempesta». «L’Italia è a pieno titolo parte dell’occidente e della alleanza Atlantica. Culla della società occidentale. Siamo gli eredi di San Benedetto, un italiano patrono dell’intera Europa», afferma con fierezza la Presidente del Consiglio italiana, «Non saboteremo l’integrazione europea, la indirizzeremo verso un approccio più vicino a cittadini e imprese». Piena solidarietà e sostegno all’Ucraina, lo ha detto più volte nel suo discorso davanti al Governo la leader Meloni: «Non è possibile barattare la libertà dell’ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema lo complicherebbe. l’Italia continuerà ad essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica a cominciare dal sostegno al valoro popolo ucraino». Sul fronte gas, Meloni sottolinea l’importanza degli errori del passato sull’approvvigionamento energetico: «Se agli annunci non seguiranno risposte concrete, la speculazione sul gas ripartirà. “Abbiamo il dovere di sfruttare a pieno i giacimenti di gas. Il nostro paese è il paradiso delle rinnovabili. Un patrimonio di energia verde bloccato da burocrazia e veti incompresibili». Sulla crisi economica, la Premier in diretta alla Camera promette «Se riuscissimo a fare ciò che abbiamo in mente, gli investitori farebbero un buon affare. Sono pronto a fare ciò che va fatto, a costo di non venire rieletta. La strada per ridurre il debito non è né l’austerità né gli avventurismi creativi. La strada maestra è la crescita strutturale».
DIRETTA VOTO FIDUCIA CAMERA, DISCORSO GOVERNO MELONI: LA SECONDA PARTE
«Il motto di questo Governo deve essere», per imprese e sussidiarietà, «non disturbare chi vuole fare». Abbiamo bisogno di «meno regole e più chiare per tutti»: nella seconda parte del discorso alla Camera per il voto di fiducia il Premier Giorgia Meloni si concentra sulle questioni più prettamente politiche, dal fisco al lavoro passando per il rinnovo del patto industriale e sociale. Il mantra resta per il Governo Meloni il tema “sussidiario” di liberare energie ai singoli e valorizzare il capitale umano senza imporre nuove regole complicate: «sulla tragedia delle morti sul lavoro non vanno fatte nuove regole ma semplicemente applicare quelle che già ci sono». Sul fronte burocrazia, Meloni ricalca in più passaggi «Serve un rapporto paritetico tra stato e imprese. Non disturberemo chi vuole fare. Le imprese chiedono meno burocrazia, risposte chiare e certe».
Nel discorso in diretta video streaming dalla Camera, la Premier Meloni parla di pensioni, Reddito di cittadinanza e giovani: conferma la Flat tax proposta dalla Lega – «Nascerà un nuovo patto fiscale. Ridurremo la pressione fiscale, con un nuovo regime e l’estensione della tassa piatta» – così come annuncia sulle pensioni «Rinnoveremo le misure in scadenza, prestando attenzione al futuro di milioni di lavoratori che andranno in pensione col contributivo». Il Governo promette serrata lotta all’evasione che deve partire da grandi evasori fiscali, e con Meloni annuncia «L’obiettivo è un taglio del 5% del cuneo fiscale. E introdurremo uno strumento che abbiamo chiamato più assumi e meno paghi». Capitolo sul Reddito di Cittadinanza decisivo: Meloni annuncia dalla Camera «Per chi è in grado di lavorare la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza». Non annuncia la fine del RdC ma fa intuire che sarà pesantemente modificato. Fronte ambiente, Meloni contesta l’ambientalismo in senso stretto e ribadisce «Ci faremo carico della difesa dell’ambiente. Non c’è nessuno più ecologista di un conservatore, tuteleremo la natura con l’uomo dentro». In un passaggi “a braccio” la Presidente del Consiglio si riferisce ai giovani che con ogni probabilità andranno in piazza contro il Governo: «Conosco l’impegno giovanile, difficilmente non troverò simpatie per chi contesterà il mio governo in piazza. Perché quella storia è anche la mia. A chi scenderà in piazza contro di noi, ricordo una frase di Jobs. Siate affamati, siate folli. Aggiungo siate liberi». Capitolo famiglia, il Governo Meloni si intesta l’aumento dell’assegno unico nei prossimi anni e in aggiunta «Chiederemo ai comuni di aprire asili nido gratuiti e aperti fino alla chiusura di uffici e industrie». Davanti alle critiche ricevute in campagna elettorale, Meloni ribadisce una volta per tutte: «Non ho mai trovato simpatia per nessun regime antidemocratico, fascismo compreso. Le leggi razziali sono il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà per sempre il nostro popolo. Nel nome dell’antifascismo militante ragazzi innocenti venivano uccisi a colpi di chiavi inglese. Nell’abisso non si pareggiano i conti». Diretta e nettissima contro la gestione Covid del Governo Conte: afferma Meloni, «Non possiamo escludere nuove ondate di covid, ma possiamo imparare dal passato. Non replicheremo in nessun caso il modello degli scorsi governi con misure restrittive e coercitive».
GIORGIA MELONI, DISCORSO ALLA CAMERA: LE ANTICIPAZIONI PRIMA DEL VOTO DI FIDUCIA
Energia, condanna alla Russia, patto atlantico più forte, rapporti con l’Europa da migliorare e ricette economiche anti-crisi: questi dovrebbero essere i punti “cardine” del discorso-manifesto che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si appresta a tenere alla Camera nella diretta video streaming che sta per scattare da Montecitorio. Il voto di fiducia è il primo vero banco di prova del Governo Meloni e sui numeri da tenere sotto osservazione rimandiamo al focus qui sotto: sul discorso invece, un punto “a favore” della neo-Premier è certamente l’intervista di stamane al “Corriere della Sera” del Presidente ucraino Zelensky che loda il sostegno dell’Italia e i rapporti di «piena intesa» con Giorgia Meloni.
L’intervento del Presidente del Consiglio per ottenere la prima fiducia alla Camera non saranno però imperniati solo sulla vicinanza all’Ucraina: il colloquio con Macron e il passaggio di consegne con Mario Draghi fa già intendere che il campo da “giocarsi” è quello europeo, tanto sul fronte energia quanto sui temi più prettamente economici e sociali. Le scelte sui Ministeri saranno rivendicate – sicurezza energetica, la sovranità alimentare, la natalità, il merito, il made in Italy – così come i dossier su diritti, donne e svolta patriottica per un partito come FdI fino ad oggi sempre stato all’opposizione. L’asse atlantico e il tema del gas saranno però i punti dirimenti dove la continuità tra Draghi e Meloni dovrebbe essere più salda: su approvvigionamenti, misure di uscita dalla crisi si segnerà invece la marcatura diversa con questo Governo fortemente politico e nato in tempi record. Lo ricordiamo, esattamente un mese fa Giorgia Meloni usciva vincitrice delle Elezioni: oggi il primo discorso da Premier alla Camera per il primo voto di fiducia. Tutto pronto, si parte dalle ore 11.
GOVERNO MELONI ALLA CAMERA: PRIMO VOTO DI FIDUCIA, LA DIRETTA VIDEO STREAMING
Il Governo Meloni fa il suo “esordio” oggi alla Camera dei Deputati per il suo primo voto di fiducia in questa nuova legislatura: dopo la nomina dei Ministri, il giuramento al Quirinale e il primo CdM svolto, ecco che il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni va alla prova dell’Aula in questa due giorni di voti in Parlamento. Appuntamento oggi alla Camera dalle ore 11, domani al Senato della Repubblica dalle ore 15: il tutto si potrà come sempre seguire in diretta video streaming presso i canali ufficiali YouTube di Montecitorio e Palazzo Madama.
Dopo le brevissime parole utilizzate dalla Presidente del Consiglio durante le consultazioni al Quirinale e anche dopo l’incarico accettato senza riserva, Giorgia Meloni si presenta con il suo discorso programmatico col quale ottenere la fiducia della Camera e impostare il lavoro dei prossimi 5 anni di legislatura. I dissidi interni (specie con Forza Italia), il difficile quadro internazionale e la continuità già emersa in alcune scelte con l’esecutivo uscente dell’ex Premier Draghi: sarò nel soppesare alcune parole piuttosto che altre, da cui emergerà con chiarezza l’input che vorrà dare la Presidente Meloni ai suoi primi complessi mesi di Governo. Una Manovra di Bilancio da organizzare in tempi record e gli interventi su bollette e gas: questi i veri banchi di prova per la nuova maggioranza di Centrodestra, punti certamente nodali del discoro che andrà leggendo oggi alla Camera e domani al Senato.
DISCORSO MELONI PER LA FIDUCIA AL GOVERNO: IL PROGRAMMA DI OGGI ALLA CAMERA
Il crono-programma di oggi si concluderà con il voto di fiducia che il Governo Meloni chiederà alla Camera dei Deputati: si parte alle ore 11 con la convocazione di tutti i 400 parlamentari nei nuovi gruppi appena confermati e con i rinnovati capigruppo. La Premier Giorgia Meloni terrà il suo discorso programmatico di circa un’ora-un’ora e mezzo: tra le 12:00 e le 13:00 l’Aula della Camera osserverà una pausa per permettere al premier di recarsi in Senato e depositare il discorso anche a Palazzo Madama. Dalle ore 13:00 alle ore 17:00 ci sarà la discussione generale dove interverranno i rappresentanti di tutti i partiti in Parlamento, schierandosi in favore o contro il neonato Governo di Centrodestra.
Alle ore 17 è attesa la replica della Premier Meloni, mentre dalle 17.30 alle 19 il regolamento approvato dalla conferenza dei capigruppo impone le dichiarazioni di voto delle singole forze politiche: dalle 19 il via all’effettivo voto di fiducia alla Camera con chiama nominale. Il voto finale è atteso tra le ore 20 e le 20.30: da qui emergerà con chiarezza quali sono i numeri effettivi della maggioranza e delle opposizioni, ovvero il “margine” di sicurezza sulla maggioranza minima (101 voti) che il Governo avrà sulle votazioni più importanti del proprio mandato. Domani mercoledì 26 ottobre si ripeterà l’iter del voto di fiducia anche al Senato: discorso della Premier, discussione generale, replica della Presidente del Consiglio, dichiarazioni di voto e voto finale per la fiducia di Palazzo Madama al Governo Meloni. Passato il vaglio del Parlamento, l’esecutivo dovrà chiudere entro il 4 novembre la “partita” di viceministri e sottosegretari che affiancheranno i 24 Ministri nominati sabato scorso al Quirinale (qui il primo “totonomi” tra i partiti).
VOTO DI FIDUCIA ALLA CAMERA: 237 I SEGGI PER IL GOVERNO MELONI (IN TEORIA)
In attesa di valutare i contenuti del discorso di Giorgia Meloni per il voto di fiducia del Governo alla Camera, occorre fare un breve recap sulle attuali forze effettive nel Parlamento appena eletto lo scorso 25 settembre. Dei 400 seggi alla Camera, 237 di questi “sulla carta” appartiene a parlamentari iscritti nei gruppi del Centrodestra: 118 seggi a Fratelli d’Italia, 66 alla Lega, 44 a Forza Italia, 9 deputati infine con il gruppo nato dal Misto Noi Moderati-Maie. All’opposizione restano invece 69 gli iscritti al gruppo Pd, 52 al M5s, 21 ad Azione-Iv: da ultimo nel Misto, restano i 12 di AVS (Alleanza Verdi-Sinistra Italiana), 3 PiùEuropa, 2 minoranze linguistiche, 3 non iscritti.
Dopo lo scontro interno alla maggioranza di Centrodestra emerso nelle votazione sul Presidente del Senato Ignazio La Russa lascia il “precedente illustre” e recente per guardare con attenzione ai numeri che emergeranno stasera dopo il voto di fiducia al nuovo Governo Meloni. La quota 237 se sarà superata intenderà l’ingresso nella schiera della maggioranza di eventuali altri deputati: viceversa – sempre al netto di assenze giustificate – se il Centrodestra otterrà meno di 237 seggi vorrà dire che ci sarà stata una prima “fuga” di parlamentari che non metterà a rischio la tenuta del Governo Meloni ma che aprirà più di un rischio per il futuro della legislatura. Qui trovate tutti i nuovi vicepresidenti della Camera eletti la scorsa settimana in Parlamento; qui la composizione finale dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio dopo l’ultimo accordo tra i partiti; qui i nomi dei capigruppi dei partiti alla Camera.