Il governo talebano in Afghanistan non è né “inclusivo” né “rappresentativo”. Lo ha detto oggi l’Unione europea. La critica all’esecutivo presentato ieri è che “non sembra una formazione inclusiva e rappresentativa della ricca diversità etnica e religiosa dell’Afghanistan che speriamo di vedere e che i Talebani hanno promesso nelle ultime settimane”, ha detto un portavoce in un comunicato.



“Come annunciato dopo la riunione informale dei ministri degli esteri della scorsa settimana – ha aggiunto il portavoce -, la creazione di un governo di transizione inclusivo e rappresentativo attraverso i negoziati è uno dei cinque parametri di riferimento che ci aspettiamo che i talebani soddisfino. Tale incleurousività e rappresentanza è prevista nella composizione di un futuro governo di transizione e come risultato dei negoziati”.



LE 5 CONDIZIONI DELL’UNIONE EUROPEA AL GOVERNO TALEBANO

Proprio in questi giorni, l’Unione europea ha espresso cinque condizioni per fare in modo che ci possa essere un dialogo con i talebani. L’alto rappresentante degli Affari Esteri, Josep Borrell, ha parlato di cinque condizioni “non negoziabili“: il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani, in particolare quelli delle donne, che l’Afghanistan non diventi la base per il terrorismo, la formazione di un governo inclusivo, il libero accesso agli aiuti umanitari e il pieno impegno dei talebani a favorire le partenze dei cittadini stranieri e afghani che desiderino lasciare il Paese.



Tra i nomi del nuovo governo talebano in Afghanistan, il primo ministro è il mullah Mohammad Hassan Akhund, già capo del Consiglio direttivo dei talebani, la Rahbari Shura. Il suo numero due è Abdul Ghani Baradar, tra i fondatori dei Talebani e negoziatore degli accordi di Doha con gli USA. Il nuovo primo ministro rientra nella lista ONU di persone designate come “terroristi o associati a terroristi“. In passato il mullah Akhund fu consigliere politico del mullah Omar, sanguinario leader dei Talebani, nonché ministro degli Esteri e governatore di Kandahar negli anni del primo governo, tra il 1996 e il 2001.